Recensire un volume uscito ormai da tempo non è cosa usuale, ma nel caso di questa pubblicazione curata da Angelo Daneri, è sembrato naturale, sia per l’argomento, ma ancor più per ricordare una appassionata e lunga ricerca condotta dall’Autore ormai scomparso. Originario di Lavagna, nella riviera ligure di Levante, dove era nato nel 1937, animato da passione civile e politica si è dedicato alla ricerca storica, collaborando a diverse pubblicazioni, stendendo biografie dedicate a figure rappresentative del suo territorio d’origine, del Tigullio in particolare. Tra le più significative da segnalare le voci per il Dizionario biografico dei Liguri; i volumi intitolati Storia di una memoria perduta: nascita, vita e morte di un cotonificio (2004), e Riva Trigoso: sciopero delle macchinette 1906 – 1907 (2007); con Sergio Mosto ha pubblicato il volume Frammenti di Storia lavagnese 1874-2004, scritto in occasione dei 130 anni di vita della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Lavagna (2004). A questi si aggiungono le collaborazioni con riviste (Patria Indipendente, LiberEtà, e le ricerche dedicate alla Resistenza nel Tigullio in collaborazione con l’ANPI.
La sua passione per la storia locale e per il Risorgimento, lo ha indotto a dedicare quello che sarebbe poi diventato l’ultimo suo lavoro, sulle tracce del garibaldino Natale Paggi, personaggio già noto agli storici per la sua intensa attività quale volontario in numerose campagne a fianco di Garibaldi, ma di cui poi si era persa traccia. Il lungo e meticoloso lavoro di ricerca condotto da Daneri negli archivi di Lavagna e in Sudamerica, ha permesso di “chiudere un cerchio”, fornendo indicazioni circa l’ultima parte della vita del Paggi, improvvisamente scomparso dalle cronache garibaldine nel 1867, all’indomani della sconfitta di Mentana. Purtroppo la sfortunata campagna per Roma portò con sé uno strascico di sospetti e recriminazioni circa le cause della sconfitta, che lo videro coinvolto e che non riuscì ad accettare. A queste amare vicende si andarono ad aggiungere problemi di natura economica, generatisi durante le sue lunghe e ripetute assenze per partecipare alle campagne garibaldine, circostanze che lo indussero a lasciare l’Italia e ritornare in Sud America. Per Paggi si trattò di un ritorno, dal momento che come tanti liguri era emigrato giovanissimo in Sudamerica, dove era entrato in contatto con la Legione Italiana, per poi rientrare in Italia con Garibaldi e prendere parte alle campagne del 1848, del 1859, del 1860 nella seconda spedizione in Sicilia e a Mentana nel 1867.
Nel 1869 si stabilì a Gualeguay, città argentina, nota soprattutto per il soggiorno forzato di Garibaldi nel 1837, situata in una regione divenuta col tempo centro di attrazione per l’emigrazione, grazie alle opportunità economiche che offriva. In questo tessuto favorevole Paggi si inserì e operò fino alla morte nel 1885 all’età di 61 anni e mezzo, dedicandosi al commercio fluviale in quella che era considerata una delle zone più importanti per il traffico merci e passeggeri. Negli stessi anni fu attivo anche quale socio della Sociedad Italiana de Socorros Mutuos, fondata a Gualeguay il 12 ottobre del 1868.
A suggello del racconto Daneri ci fa partecipi di uno di quegli eventi imprevedibili, che la storia e le storie ci regalano: al n. 10 della via di Lavagna intitolata a Natale Paggi nel 1913, si svolse una delle prime riunioni segrete dei nuclei partigiani del Levante ligure nel 1943, consentendo che anche nella storia del garibaldino di Lavagna si saldassero il ricordo del primo Risorgimento con il secondo, la Resistenza.
Raffaella Ponte