Di Alessio Pizziconi
Tracciata la storia dell’Associazione dal dopoguerra ai giorni nostri
Curato da Annita Garibaldi Jallet e da Matteo Stefanori, con prefazione di Anna Maria Lazzarino Del Grosso, il volume edito da Sorba (La Maddalena, 2019) intende ricostruire per la prima volta la storia dell’ANVRG dalla complessa rinascita negli anni del dopoguerra fino ai giorni nostri. Esso testimonia in primo luogo la vitalità e la capacità dell’Associazione di mettere a frutto, di saper valorizzare la propria identità e di divulgarla attraverso le opportunità di azione culturale offerte dalle istituzioni pubbliche e dai più recenti mezzi di comunicazione. L’idea alla base di questo volume nasce nel 2017 a seguito di un finanziamento da parte della Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri per un progetto riguardante la rinascita del movimento garibaldino democratico nel difficile primo decennio post-bellico. Tale lavoro di ricerca ha richiesto una approfondita indagine delle carte di archivio dell’Ufficio storico dell’ANVRG di Porta San Pancrazio, dal quale questo volume ne deriva, grazie al dinamismo della presidente Annita Garibaldi Jallet e del direttore Matteo Stefanori. Il lavoro si compone di due parti: la prima raccoglie contributi scritti dedicati alla storia dell’Associazione, la seconda è dedicata alle immagini del patrimonio archivistico, bibliotecario e di cimeli che l’associazione ha custodito e custodisce ancora oggi, portando avanti la memoria delle vicende e delle imprese garibaldine.
L’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini, si ispira alla Società di Mutuo Soccorso fondata da Giuseppe Garibaldi nel 1871, confluita nel 1898 nella Società delle Patrie Battaglie. Con l’avvento del fascismo le forze garibaldine si divisero su posizioni politiche opposte e inconciliabili: alla caduta del regime viene fondata l’ANRG, con al suo interno elementi appartenenti alla precedente federazione. A dare una connotazione inequivocabile all’Associazione provvederà anche il Ministero della Guerra che riconobbe agli ex militari della Divisione italiana partigiana “Garibaldi”, reduci dalla drammatica esperienza di guerra partigiana in Montenegro, il diritto a far parte dell’associazione, che prese così l’attuale denominazione e venne riconosciuta ente morale nel 1952. La confluenza di un numeroso gruppo di ex combattenti, ultimi in ordine di tempo ad avere titolo ad indossare la camicia rossa, contribuirà a definire in modo incontrovertibile l’identità democratica e la fedeltà ai valori della tradizione risorgimentale permettendo all’ANVRG di essere ammessa come unica fra le associazioni combattentistiche facenti capo al Ministero della Difesa.
Nel suo contributo, Annita Garibaldi dopo aver analizzato attentamente la delicata situazione venutasi a creare per un trentennio dal dopoguerra tra le due anime del mondo garibaldino, ripercorre le tappe che hanno visto nel tempo consolidare la presenza dell’Associazione nella sede di Porta San Pancrazio dove vi è la presidenza nazionale e l’Ufficio Storico sottolineando la notevole mole di lavoro di riordino effettuato negli ultimi anni e l’attivismo del Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina di Roma e quello della Divisione Garibaldi di Asti. Una vitalità che certamente contraddistingue anche la “voce” dell’associazione, “Camicia Rossa”, la cui pubblicazione comincia nel 1946 proseguendo ad andamento carsico e trovando finalmente la continuità che le spetta a partire dal 1976 con la guida di Lando Mannucci che seppe dare centralità alla sede fiorentina. L’attuale direzione di Sergio Goretti, alla guida dal 1989, ha saputo unire al noto dinamismo, una capacità espansiva in grado di andare oltre la ristretta cerchia dei soci permettendole così di essere apprezzata per l’interesse e la qualità dei suoi contenuti. La presidenza di Mannucci, ex ufficiale della Divisione Garibaldi, si caratterizzò dall’apertura dell’Associazione, con la revisione dello Statuto del 1993, a tutti coloro i quali, pur non avendo meriti militari o resistenziali, fossero pronti ad abbracciarne e a perseguirne le finalità. Tale apertura, all’epoca ancora inedita tra le associazioni combattentistiche, ha permesso con grande lungimiranza la fioritura di nuove sezioni e il necessario ricambio generazionale.
All’eroica vicenda della Divisione “Garibaldi”, costituitasi in Montenegro il 2 dicembre 1943 con poco meno di 20.000 uomini dalla fusione delle due divisioni dell’esercito italiano “Venezia” e “Taurinense” allo scopo di continuare la guerra a fianco dell’esercito di liberazione jugoslavo, è dedicato il saggio scritto da Federico Goddi, Olivera Popovic e Matteo Stefanori. 18 mesi di guerra durissimi, in condizioni avverse e territorio ostile, dove i nostri soldati diedero prova del loro valore e purtroppo anche del sacrificio, a tal punto che nel 1945 solo 3800 di loro fecero ritorno in patria. Mentre in Montenegro la loro vicenda è rimasta viva, non si può dire lo stesso dell’Italia. Da qui l’importanza dell’ANVRG e dei reduci che ne hanno fatto parte negli anni: l’associazione continua a rappresentare un argine all’oblio collettivo trasmettendo la memoria storica per ridare lo spazio che merita ad una impresa significativa della storia del nostro paese. Il suo archivio storico, al quale è dedicato un saggio che ne espone criteri di ordinamento, consistenza e struttura, contiene la documentazione che va dal 1870 al 2012 e si trova a Roma presso la sede centrale di Porta San Pancrazio. La seconda parte del volume è invece dedicata alle immagini del patrimonio archivistico e dei cimeli che l’associazione custodisce ancora oggi, suddivise a loro volta in sottosezioni relative al periodo risorgimentale, alla Grande Guerra e alla Resistenza.
Un volume che attesta la vitalità del sodalizio e permette di rendere fruibile a tutti in modo esauriente la storia, l’impegno e le finalità associative dell’ANVRG, evidenziandone la peculiare identità trasmessa dall’Eroe dei due Mondi a persone sempre pronte, con il pensiero, l’azione e il sacrificio ieri, oggi e domani, a difendere i valori costituzionali della patria, della libertà, della democrazia e della giustizia sociale.