Eventi a Rieti, Carano e Riofreddo
Nel mese di marzo 2022 si sono svolte le prime manifestazioni del progetto Case e Luoghi garibaldini in Rete, promosso e animato dalla Sezione di Riofreddo dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini. Il progetto consiste nel collegare tra di loro case e luoghi garibaldini, segnati dalla presenza di Giuseppe Garibaldi e dalla sua famiglia, in Italia in un primo tempo e poi anche all’estero. Lo scopo culturale dell’iniziativa è volto alla conservazione dei luoghi, alla creazione di materiale divulgativo anche multimediale, agli scambi tra musei, ad esempio per mostre tematiche. Villa Garibaldi a Riofreddo, che ospita la Sezione, in questa fase svolge il ruolo di sede provvisoria operativa del progetto.
Villa Garibaldi, fondata da Ricciotti, figlio del Generale, è già Casa-Museo riconosciuta dalla Regione Lazio. La prospettiva è quella di associare tra loro – sia pure informalmente- non solo le vere e proprie case ma anche luoghi che possano, nell’interesse reciproco, accrescere l’attenzione verso il Risorgimento e, in particolare, l’epopea garibaldina.
La prima serie di iniziative del progetto – incentrata sulla ricorrenza del 180° anniversario del matrimonio di Giuseppe e Anita Garibaldi celebrato a Montevideo il 26 marzo 1842 – ha riunito in un programma comune Palazzo Colelli a Rieti, dove hanno soggiornato Anita e Giuseppe Garibaldi nel 1849, la Tenuta Ravizza Garibaldi a Carano (Aprilia), casa di Menotti Garibaldi e Villa Garibaldi a Riofreddo.
In occasione della “Settimana Risorgimentale” organizzata dalla Sezione di Rieti dell’Anvrg, a Palazzo Colelli – già aperto alle visite per il suo interesse storico e architettonico – il 12 marzo è stata inaugurata una mostra nelle antiche scuderie, con una suggestiva ricostruzione del soggiorno della celebra coppia, ampiamente documentata da pannelli e didascalie, che accompagnano i visitatori alla scoperta di un periodo storico particolarmente significativo per la storia del Risorgimento italiano e reatino. Infatti, nello storico palazzo, durante il suo soggiorno tra gennaio e aprile 1849, Anita aveva provveduto a installare un’infermeria per assistere i garibaldini, che confluivano in massa alla frontiera dello Stato Pontificio, e una sartoria dove con le donne di Rieti venivano confezionate le celeberrime camicie rosse per i futuri combattimenti. Il palazzo fu scelto da Garibaldi perché si trovava in posizione strategica, non lontano da Porta d’Arci che immetteva verso il confine col Regno di Napoli, così da poter controllare le incursioni nemiche.
L’inaugurazione della mostra è stata preceduta da una conferenza sul tema tenuta da Gianfranco Paris, presidente della Sezione Anvrg, alla quale ha fatto seguito l’esibizione del Coro “Le voci di Nisio”, che ha eseguito un inno appositamente composto per l’occasione dal Maestro Francesco Rinaldi.
Alla manifestazione – organizzata da Daniela Acuti, socia dell’Anvrg reatina nonché discendente dei proprietari di Palazzo Colelli – ha partecipato un pubblico numeroso e attento nella storica dimora che aspira a diventare casa-museo, alla presenza delle autorità locali, dei rappresentanti delle case “garibaldine” di Riofreddo e Carano, della neo Presidente nazionale dell’Anvrg Federica Falchi.Tra i presenti anche una folta rappresentanza dell’attiva comunità brasiliana residente a Rieti, che ha partecipato numerosa anche alla messa a dimora della “rosa di Anita”, ad iniziativa del Museo Renzi di Borghi, nel parco pubblico nel quale è stato eretto il suggestivo monumento dedicato ad Anita, con il busto in bronzo realizzato dallo scultore Luca Rampazzi.
La seconda iniziativa ha avuto luogo il 26 marzo, nell’esatta ricorrenza del 180° anniversario del matrimonio di Giuseppe e Anita, presso la Tenuta Ravizza Garibaldi di Carano (Latina), casa di Menotti Garibaldi, dove la pronipote Costanza con il consorte Fabio Buscaglione ha accolto un folto pubblico, comprese delegazioni di reatini e riofreddani. Tra le iniziative l’inaugurazione di un bassorilievo raffigurante Anita, opera dello scultore Rosario Luca Salvaggio, accanto ad analogo bassorilievo già presente dedicato a Giuseppe Garibaldi, opera dell’artista A. Recchi. Allo scoprimento dell’opera – alla presenza delle autorità locali – ha fatto seguito l’inaugurazione di una mostra con pannelli dedicati alle figure di Menotti, primogenito di Anita e Giuseppe Garibaldi, creata nel museo di Riofreddo.
La tenuta di Carano non solo è stata abitata da Menotti, ma ad essa il primogenito di Garibaldi ha dedicato impegno e risorse, nella dura lotta per eradicare da quelle terre la malaria, malattia endemica di cui sarà vittima lui stesso. Questo e tanto altro è stato ampiamente documentato nella mostra che ha inteso raccontare la vicenda umana e politica di Menotti, con particolare attenzione dedicata al periodo trascorso a Caprera con il padre, che tanto influenza avrà sulle sue scelte future. Con il genitore, infatti, Menotti condividerà l’idea che le imprese militari non siano altro che il primo e ineludibile passo per intraprendere la costruzione della nazione, a cui deve fare seguito una forte azione civile.
Il pomeriggio è stato animato da tre cori – il Coro di San Pietro in Formis, l’Ensemble Settemele, il Pathos Ensemble giovanile, che tra canti dell’epoca risorgimentale e ritmi moderni hanno rallegrato il folto pubblico. A conclusione della manifestazione la visita al Mausoleo di Menotti Garibaldi e della sua famiglia, sito nel parco della tenuta di Carano.
La terza iniziativa si è svolta il 27 marzo a Riofreddo, nel Museo delle Culture, già casa di Ricciotti Garibaldi e della sua famiglia, ora museo demoetnoantropologico e storico cittadino, con una piccola foresteria rimasta alla famiglia di uno dei figli di Ricciotti, Sante.
Le vicende di Ricciotti e della moglie Costanza – molto attiva e ricordata con affetto e riconoscenza ancora oggi per le attività umanitarie in campo sanitario, svolte in favore della popolazione locale e dei paesi vicini – e della loro numerosa discendenza sono raccontate nel suggestivo percorso museale che si sviluppa in un’intera ala del castello.
Gli oggetti esposti – camicie rosse, cimeli, mobili , dipinti e litografie, armi e documenti, onorificenze, bandiere – raccontano la storia di Ricciotti e della sua famiglia, spiegata attraverso un ricco apparato comunicativo formato da pannelli e alberi genealogici, che illustrano non solo le imprese militari dell’ultimogenito di Giuseppe a Anita, ma anche le opere civili portate avanti dalla moglie di origine inglese e dalle figlie Rosa e Italia, che si dedicarono alla dimora avita e ad attività assistenziali fino alla fine delle loro esistenze. Di grande impatto emotivo le sale dedicate a Sante, il figlio di Ricciotti costretto dall’avvento del fascismo all’esilio in Francia.Tra le opere più curiose esposte a documentare la vita quotidiana della famiglia Garibaldi, le lapidi delle sepolture degli amati animali appartenuti a Constance e Ricciotti, chiaro richiamo all’amore per la natura, che ha contrassegnato l’educazione ricevuta dai figli di Garibaldi, egli stesso molto sensibile al temi della protezione degli animali e della natura.
All’iniziativa riofreddana sono intervenuti il Sindaco Giancarlo Palma, il direttore del Museo Paolo Rosati, assieme ad Annita Garibaldi Jallet, pronipote di Ricciotti, Costanza Ravizza Garibaldi, Daniela Acuti. Moderatrice del convegno Raffaella Ponte, consigliera nazionale Anvrg, già direttrice dell’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento di Genova. Ognuno ha trattato dell’evento ricordato ma anche dell’avvenire del luoghi e case-museo in quanto strutture atte, nella loro diversità, a ospitare un turismo culturale, interessato alla storia d’Italia. Con l’occasione Raffaella Ponte ha annunciato il prossimo evento del progetto Case e luoghi garibaldini in rete che si terrà il 4 giugno a Né, storica località ligure in Val Graveglia – meglio conosciuta come Val Garibaldo – terra d’origine degli avi paterni di Giuseppe Garibaldi, nel 140° anniversario della sua scomparsa.
A conclusione della giornata la grande sala conferenze di Villa Garibaldi ha ospitato il concerto del Duo Synfoné, introdotto dal direttore Fausto Sebastiani; i maestri Gabriele Pirrotta (flauto) e Giovanni Rossi (chitarra) hanno proposto un programma suggestivo in linea con il tema della giornata, eseguendo musiche di Gioacchino Rossini, Saverio Mercadante e Mauro Giuliani.
A cura di Daniela Acuti e Raffaella Ponte