Gino TRAPANI, Ritorno di Garibaldi in Sicilia. Piazza Roosevelt, Messina, Giambra Editori, 2015, pp. 150, € 12
Questo volume rappresenta la trascrizione di alcune opere teatrali surreali nelle quali sono rievocati due periodi fondamentali della storia italiana. “Ritorno di Garibaldi in Sicilia è una performance surreale, ideata e scritta da Gino Trapani. In un immaginario ritorno nella città di Barcellona Pozzo di Gotto, Garibaldi dialoga con i barcellonesi di ieri e di oggi in un vero e proprio dibattito sul risorgimento, nel quale ciascuno dei personaggi, realmente esistiti ma appartenenti a epoche diverse, difende le proprie ragioni sullo sfondo di un presente che sembra essersi allontanato dai più alti ideali del Risorgimento. Il Generale invita il popolo barcellonese ad amare la storia, le proprie origini e ricorda il contributo di tanti patrioti alla causa risorgimentale. La storia viene raccontata attraverso le voci di coloro che vi parteciparono attivamente. Nelle intenzioni dell’autore, vi è la volontà di riportare alla luce la memoria e la tradizione risorgimentale, fondata sui valori della Patria, della giustizia e della libertà. Tematiche assolutamente di stretta attualità. Nella seconda parte, denominata Piazza Roosevelt, il periodo storico che fa da sfondo alla narrazione è quello del secondo dopoguerra, la piazza è quella di San Sebastiano, intitolata per alcuni anni al noto presidente degli Stati Uniti d’America. In questa duplice narrazione-inchiesta, vengono descritti alcuni particolari del microcosmo del popoloso paese siciliano, in cui allora la vita si aggrovigliava intorno alla piazza principale, col suo variegato mondo di intraprendenza e di parassitismo, di miseria e di onestà. Ne è venuto fuori un racconto a più voci, nel quale la storia e la finzione sono intrecciate in modo da far emergere la volontà di riscatto progressivo degli individui e della comunità, rispetto a situazioni di emergenza, in cui chi guidava la città incontrava continui intralci ai tentativi di tutelare i diritti primari dei concittadini e di preparare il benessere delle generazioni future. La piazza centrale era il luogo della memoria collettiva perché vi si intersecavano il pubblico e il privato, piccole storie locali e testimonianze di grandi avvenimenti. Con grande realismo narrativo, l’autore traccia il quadro di Barcellona Pozzo di Gotto all’indomani della caduta del fascismo, con lo sbarco degli alleati, la guerra civile, la fame che attanagliava la popolazione, gli alleati visti come invasori ma anche come liberatori. La povertà diffusa, la tessera per il pane, il traffico delle armi, ma anche la speranza di tutti gli abitanti per il futuro, animati dallo spirito di rinascita, con una gran voglia di cambiare stile di vita. Le prime divisioni politiche, l’indipendentismo, la difficile situazione in cui si trovavano ad operare gli amministratori locali, che troppo spesso trovavano bastoni fra le ruote da parte delle vecchie classi proprietarie che per secoli avevano egemonizzato la realtà locale. Ma anche banditismo e mafia. Nelle voci dei vari personaggi, strutturati come interviste o come dialoghi, insieme ai fatti di cronaca emerge il punto di vista dei singoli e l’influsso che ebbero nella società barcelgottese, i grandi avvenimenti della Storia, quali il referendum del 46 e il periodo che precedette le elezioni politiche del 1948. Un lavoro che, intrecciando la dimensione storica e il punto di vista odierno, vuol far risaltare i connotati indentitari di una comunità protesa ad un’azione di riscatto, ma anche evidenziare aspetti controversi, i compromessi e le manovre politiche che a tratti frenarono le volontà dei cittadini.
Alessio Pizziconi