Antonello Nave
Con decreto regio del 27 settembre 1878 fu istituito a Firenze il primo ginnasio statale della Toscana, grazie al decisivo impegno di Francesco De Sanctis, ministro della pubblica istruzione del governo Cairoli. Intitolato a Galileo, il nuovo ginnasio fu insediato tra forti polemiche nell’antico collegio gesuitico di via de’ Martelli, dove da oltre un secolo erano ospitate le Scuole Pie dei padri scolopi.
Tra i nuovi docenti di nomina governativa troviamo la camicia rossa Giuseppe Stocchi, la cui figura è meritevole di un breve profilo. Nato a Sinalunga (Siena) il 5 aprile 1832, Stocchi studiò nei seminari di Pienza e di Cortona, e proprio in quello di Pienza cominciò la sua carriera di insegnante nel 1855.
Appena costituitosi il governo provvisorio della Toscana lo Stocchi abbandonò il suo incarico e si arruolò nel neonato 5o reggimento di fanteria, che fu aggregato ai francesi del V Corpo d’armata del principe Napoleone. Reduce della Campagna di Lombardia (di cui custodiva orgogliosamente il “brevetto” di attestazione), Stocchi ritornò agli studi e conseguì presso la Scuola Normale Superiore di Pisa l’abilitazione all’insegnamento del latino e della geometria nelle scuole secondarie e vinse il concorso per titoli al posto di maestro comunale a Sinalunga. Un ulteriore concorso gli fruttò nel 1864 la cattedra di lettere nel ginnasio municipale di Siena, che all’epoca era ospitato nei locali del convento di S. Domenico, e in tale ruolo gli fu affidata la commemorazione dei caduti di Curtatone e Montanara il 29 maggio 1865.
L’anno successivo interruppe temporaneamente il servizio per arruolarsi con Garibaldi nel Corpo dei Volontari Italiani e fu in Trentino nelle file del 6o reggimento comandato da Giovanni Nicotera. Anche di questa impresa in camicia rossa conservò orgogliosamente il brevetto.
Nel 1867 fu ancora al seguito di Garibaldi nella sfortunata Campagna dell’Agro Romano.
L’amarezza per l’esito dell’impresa fu stemperata dalla pubblicazione della sua traduzione in versi del componimento scritto da Victor Hugo per rendere omaggio alla generosità eroica delle camicie rosse sconfitte a Mentana.
Nel ‘69 si iscrisse all’Istituto di studi superiori di Firenze per conseguire l’abilitazione all’insegnamento nella scuola tecnica pareggiata che il comune di Siena si accingeva a istituire. Stocchi si fece apprezzare da professori quali Achille Gennarelli, che lo convinsero a cambiare proposito e a ottenere i titoli necessari per la nomina nelle scuole statali. Nel frattempo aveva dato alle stampe uno studio su Catullo e la donna da lui cantata con il nome di Lesbia.
Grazie al nuovo diploma e alle credenziali fornite dai suoi professori, nel settembre del ‘70 giunse per Stocchi la nomina a direttore del regio ginnasio di Alcamo (Trapani) e il concomitante incarico come docente di lettere in una delle classi del biennio superiore.
Alla guida di quell’illustre ginnasio, sorto nel 1860 per decreto di Garibaldi e intitolato a Ciullo d’Alcamo, Stocchi restò fino al 1874. In quell’anno furono pubblicate sulla «Gazzetta d’Italia» quattordici sue lettere Sulla pubblica sicurezza in Sicilia, di cui farà ampia menzione Andrea Camilleri, soprattutto per quel che concerne la famigerata “bolla di componenda”. Quegli articoli denotavano l’interesse e la volontà dello Stocchi di applicare il metodo di indagine positivistico ad aspetti socio-culturali e a retaggi pre-unitari della Sicilia contemporanea.
Negli anni ad Alcamo pubblicò uno studio sul rapporto tra guerra e civiltà e un saggio sulla didattica della grammatica italiana, ma il cuore delle sue ricerche fu dedicato alla vita e alle opere di Catullo.
Dopo Alcamo, fu insegnante ginnasiale al Foscarini di Venezia e poi al Virgilio di Mantova, dove non mancò di dare alle stampe tre studi grammaticali e letterari.
Con l’anno scolastico 1878-1879 arrivò la nomina a titolare di terza ginnasiale nel neonato ginnasio «Galileo», dove resterà per il resto della sua carriera. Prese dimora al civico 9 di via S. Antonino. Dal 1882, su sua richiesta al ministero, ebbe anche per un quindicennio l’incarico di insegnamento nella scuola normale maschile, frequentata da quanti volevano diventare maestri.
Nel corso degli anni Ottanta lo Stocchi orienterà le sue ricerche soprattutto nel campo della storia antica. Con uno studio sulla prima espansione di Roma in Britannia vinse nell’anno scolastico 1885-1886 il premio ministeriale per una ricerca nell’ambito delle scienze storiche, ottenendo l’apprezzamento dei Lincei e curandone in seguito la pubblicazione.
Dopo aver avuto un comando presso il ministero nell’anno scolastico 1886-1887, a seguito di concorso per titoli Giuseppe Stocchi tornò al «Galileo» nel 1888 come nuovo titolare di storia e geografia nel triennio liceale.
Nell’ultimo decennio di insegnamento la vecchia camicia rossa fece oggetto delle sue letture e delle sue ricerche la vita di Garibaldi, interessandosi in particolar modo all’episodio accaduto a Sinalunga il 24 settembre 1867, quando i carabinieri lo arrestarono su direttiva del governo Rattazzi, al fine di impedirgli una spedizione militare per liberare Roma. In quel suo ultimo studio Stocchi poté così unire il ricordo del suo paese natale con l’impresa garibaldina di cui era stato partecipe.
Nel 1898 giunse, seppure in clamoroso ritardo, il formale riconoscimento per i volontari di Mentana, che si videro assegnare la medaglia di “Roma rivendicata ai suoi liberatori”, al pari di quanto era stato fatto assai più tempestivamente in favore dei bersaglieri di Porta Pia. Stocchi ebbe il tempo di compiacersene, prima del pensionamento nel ‘99. A succedergli su quella cattedra sarebbe giunto di lì a poco Gaetano Salvemini. Giuseppe Stocchi morì nel 1900. Il collega e giornalista Gualtiero Guatteri ne tratteggiò un breve profilo. Il Liceo-Ginnasio «Galileo» volle ricordare con un’epigrafe il suo professore, come insigne studioso e “veterano delle guerre nazionali”.