Castelbellino – Domenica 8 aprile 2018, presso il teatro comunale di Castelbellino (AN), ha avuto luogo un partecipato convegno su un aspetto considerato minore (ma solo perché trascurato, non sufficientemente studiato e apprezzato) della personalità dell’Eroe dei Due Mondi: Garibaldi scrittore.
Ha introdotto il prof. Gilberto Piccinini, già docente di Storia del Risorgimento presso l’Università di Urbino, presidente della Deputazione di Storia Patria delle Marche, presidente della locale sezione ANVRG “Garibalda Canzio” di Castelbellino, inserendo la conferenza nel contesto dell’attività culturale, a cadenza annuale, caratteristica della sezione, fin dal momento della sua costituzione nel lontano 2004.
La relatrice prof.ssa Annita Garibaldi Jallet, presidente dell’ANVRG e cittadina onoraria di Castelbellino, ha presentato il Manlio traendo spunti ed argomenti dalla sua ampia, esaustiva prefazione al romanzo recentemente edito da Paolo Sorba di La Maddalena, facendo innanzitutto una puntuale storia della tormentata vicenda del manoscritto e sostenendo l’opportunità di rivalutare (prima di tutto leggendolo) un testo troppo dimenticato: nell’eroe del romanzo, fin nel nome, senza infingimenti, è raffigurato il figlio, come il padre auspica che diventi: l’ultimo suo figlio “che accompagna con la prima infanzia gli ultimi anni del padre” (e di cui la relatrice fa la storia della vita, troppo precocemente conclusasi). Cosicché il romanzo “è un testamento, un atto d’amore verso l’umanità, che merita una lettura attenta, oltre lo stile, le parole, il vocabolario marinaresco, e commuove”.
Veramente interessante, innovativo, piacevole e coinvolgente il metodo dell’analisi del testo garibaldino: il prof. Piccinini via via presentava le pagine salienti, che Annita Garibaldi commentava e che la fine dicitrice Patrizia Giardini faceva oggetto di espressiva lettura sottolineata da adeguato sottofondo musicale.
Il prof. Gualtiero De Santi, emerito di Letteratura Comparata presso l’Università di Urbino, dopo aver lamentato che, paradossalmente, mentre si è sempre abbondantemente parlato di una letteratura garibaldina (nell’ambito della letteratura patriottica dell’Ottocento), si sono invece inspiegabilmente trascurati, ignorati, i contributi alla medesima dell’esponente primo di questa epopea, ha convenuto che il Manlio è di difficile, impossibile inquadratura in un solo genere letterario: è memorialistica? è autobiografia? è romanzo d’avventura? è letteratura d’evasione? è romanzo “di mare”? è fiction? è pamphlet violentemente anticlericale? è letteratura pedagogica per ragazzi?
La circostanza che sia tutto questo insieme non sembra costituire un limite; semmai un arricchimento e un’occasione di lettura su vari piani, fatto salvo che Le Memorie costituiscono indubbiamente il più bel libro di Garibaldi.
La nuova edizione del Manlio ci pone di fronte all’obbligo di leggerlo; la lettura dettata da curiosità scevra da preconcetti, risulterà sorprendente, intrigante, qua e là avvincente e comunque, in ogni pagina, testimonianza di un’anima candidamente grande nel suo amore per la libertà, la giustizia, l’uguaglianza tra gli uomini e le nazioni.