Il Marinaio

Il Marinaio uomo/donna solitario, deciso, padrone delle sue decisioni, amico ovunque si trovi, oratore. Il Marinaio segue le stelle, solca i mari, comanda ed esegue le manovre per portare una nave da un porto all’altro a miglia di distanza. Fin dagli antichi tempi i marinai andavano alla scoperta di nuovi paesi, facendo lo scambio di prodotti alimentari e materiali vari. Ci sono stati molti nomi noti, alcuni si sono spinti nei mari sconosciuti alla scoperta di nuove terre, altri diventati Eroi per i propri atti bellici contro lo straniero che voleva invadere il proprio territorio. A ognuno di noi rimane impresso un personaggio storico per la sua fisicità, la sua empatia, per le lotte e le conquiste senza considerare la parte politica altrimenti cambierebbe la prospettiva del personaggio, ricordandolo solo per il suo carattere umano. Conosciamo molti uomini che hanno segnato la storia: Eroi, Scienziati, Avventurieri. Il mio personaggio, fin da giovane, è stato l’Eroe dei due Mondi, Giuseppe Garibaldi. Fin dalla giovane età G. Garibaldi andava a pesca e commerciava nei porti Italiani con suo padre, fino a quando entrò a far parte del movimento della Giovane Italia e da allora lottò per portare libertà e unione nell’Italia intera. Più volte è stato obbligato a lasciare l’Italia, si mise a fare il Pirata per liberare le coste Argentine dove conobbe la sua donna che divenne moglie e madre di cinque figli, Anita De Ribeiro. Fu obbligato ad allontanarsi dall’Italia e si rifugiò in casa di Antonio Meucci Fiorentino, inventore del telefono. Iniziò a commerciare fra l’America e la Cina navigando in mari sconosciuti. In questo periodo ottenne la patente di Capitano di lungo corso. Salpò dal porto di Quarto con mille uomini disarmati e non atti alla guerra, sbarcando in Sicilia percorrendo la Calabria fino ad arrivare a Teano dove consegnò, al Re Vittorio Emanuele II, l’Italia Libera. Rientrò nella sua Caprera portando con sé un sacco di stoccafisso e alcune bustine di semenze per la sua campagna. G. Garibaldi ha avuto tre mogli, la prima Anita De Ribeiro il suo unico amore che gli diede 5 figli Annita, Rosita, Teresita, Ricciotti e Menotti e Annita morta in tenera età. La seconda, moglie per un giorno, la Contessa Giuseppina Raimondi, che dopo aver celebrato la cerimonia nuziale, un amico gli confidò che la Contessa aveva una relazione con un ufficiale garibaldino, Garibaldi da subito rinnegò il matrimonio ma, Pio IX validò il divorzio solo due anni prima della sua morte. G.G. aveva la donna di servizio, Francesca Armosino, con la quale aveva avuto due figli Manlio e Clelia, diventò sua moglie quando gli venne riconosciuto il divorzio.

Il figlio Manlio Garibaldi lo troviamo in uno dei primi degli iscritti dell’Accademia Militare di Livorno, il figlio Ricciotti all’Accademia di Modena. I due parteciparono attivamente alle vicende storiche e continuarono l’avventura marinara, quindi la Famiglia Garibaldina Marinara.

Io, Giorgio Fantoni, non ho avuto l’occasione e la fortuna di poter navigare negli sconfinati, calmi ed agitati mari del nostro mondo, anche se chiesi il trasferimento del servizio militare in Marina, ricordo ancora la mia matricola 55Li15TR. Feci il servizio militare destinato a terra. Sono iscritto nelle liste dell’Associazione Marinai d’Italia dal 1980. Ho l’esperienza di tre mandati di Presidente di gruppo territoriale ed in seguito sono stato eletto Consigliere Nazionale della Toscana Settentrionale. Ho messo nero su bianco di questo periodo della mia vita pubblicando “Interessante percorso di vita” una mia biografia dell’Associazione Marinai Talamo Tarchi di Montevarchi. Durante questo periodo sono stato sempre a contatto con la vita marinara e con i Marinai di tutta Italia.

Come detto precedentemente, il personaggio storico che mi ha entusiasmato più di altri è stato il Generale Giuseppe Garibaldi. 

Fin dagli anni duemila sono iscritto all’Associazione Garibaldina di Arezzo e nel 2007, per ricordare il 200° della nascita del generale, pubblicai una mia ricerca su la vita e i fatti accaduti nel Valdarno, per questo ho dato il titolo al libro “Il Valdarno ricorda Giuseppe Garibaldi”. Appassionato della vita, dei fatti, degli spostamenti, le conquiste e gli arresti, ovunque si affacciava accorrevano persone a seguirlo. È sempre stato in personaggio molto determinato nei suoi ideali, ricordato per i suoi spostamenti in biroccio e navigando su dei legni a vela, insomma un gran Marinaio. 

A maggio sono stato al Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione Marinai d’Italia tenutosi a Roma per decidere dei cambiamenti al nostro regolamento e statuto. Ero con altri Consiglieri Nazionali e passeggiando per il centro della città, mentre aspettavamo l’ora della riunione, vedemmo il museo delle cere. Incuriositi, entrammo. 

All’ingresso del museo, dopo aver acquistato il biglietto, la persona addetta all’entrata si fece avanti raccontandoci che anche lui aveva fatto il servizio militare nella Marina Militare, ed in seguito nella marina mercantile, dicendoci le sue avventure. Entrammo all’interno del museo, notammo i manichini riprodotti in misura naturale. Manichini nelle varie posizioni di cantanti, attori, politici, artisti, ecclesiastici, inventori e per ultimo Garibaldi, Cavour, Mazzini e Nino Bixio. Che dire, ovunque andiamo troviamo Marinai e Garibaldini.

Per mettere fine a questo scritto come mi sento?? Garibaldino/Marinaio o Marinaio/Garibaldino? 

A voi un libero pensiero 

Il Socio   Giorgio Fantoni