IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI WILSON “SEGUACE” DI GARIBALDI Carlo A.R. Porcella

Dalla conferenza  sulla pace di Ginevra a quella di Parigi

Gli ultimi numeri della nostra rivista Camicia Rossa hanno ricordato l’intervento di Garibaldi alla Conferenza per la pace di Ginevra del 9 settembre 1867. La lettura dei “principi” enunciati nella relazione di Garibaldi generano, quasi con forza, il ricordo della Conferenza di Parigi, che iniziò il 18 gennaio 1919 e si concluse il 21 gennaio 1920 benché anche dopo tale data furono stipulati altri accordi diplomatici per definire l’assetto degli stati dell’Europa e di alcuni stati del bacino del Mediterraneo.

Uno dei protagonisti principali di tale conferenza fu il presidente degli Stati Uniti d’America Woodrow Wilson che cercò di convincere i rappresentanti degli altri stati partecipanti, ed in particolare i vincitori del conflitto, Inghilterra, Francia e Italia, ad accettare la sua dottrina per promuovere una pace senza vincitori. Infatti egli sosteneva che una pace imposta con la forza ai vinti avrebbe preparato elementi per la nascita di un nuovo conflitto.

I principi che il Presidente americano intendeva applicare, ancor prima della fine del conflitto, erano stati da lui illustrati nel gennaio 1918 al Senato degli Stati Uniti. Egli affermava che una pace poteva essere a lungo duratura solo se basata sul principio di uguaglianza delle nazioni e sull’autogoverno dei popoli, con la contestuale libertà di navigazione ed la riduzione degli armamenti. Per conseguire tale scopo riteneva necessario costituire una Lega delle nazioni pacifiche ed indipendenti.

Tuttavia per raggiungere l’obiettivo fissato era necessario attuare quattordici condizioni che erano:

1) Trattati di pace stabiliti pubblicamente senza alcuna forma di diplomazia segreta.

2) Libertà di navigazione per mare fuori da acque territoriali sia in pace che in guerra, eccetto i casi in cui fosse necessario imporre il rispetto di convenzioni internazionali.

3) Soppressione, per quanto possibile, di tutte le barriere economiche ed eguaglianza di trattamento commerciale per le nazioni che consentono la pace e si associano per mantenerla.

4) Efficaci garanzie che gli armamenti siano ridotti al minimo e solo per la sicurezza interna.

5) Regolamento di tutte le rivendicazioni coloniali con l’osservanza del principio che gli interessi delle popolazioni in causa abbiano lo stesso peso delle richieste dei governi, i cui titoli debbono essere stabiliti.

6) Evacuazione di tutti i territori russi e regolamento delle questioni che li riguardano.

7) Evacuazione e restaurazione del Belgio senza alcun tentativo di limitarne l’indipendenza.

8) Liberazione completa della Francia e restituzione dell’Alsazia-Lorena per riparare il torto del 1871 che ha compromesso per cinquanta anni la pace.

9) Rettifica delle frontiere italiane secondo linee di demarcazione chiaramente riconoscibili tra due nazionalità.

10) Assicurazione ai i popoli dell’Austria –Ungheria a cui sarà accordata la più ampia possibilità di sviluppo autonomo.

11) Evacuazione e restaurazione di Romania, Serbia, e Montenegro; alla Serbia sarà inoltre accordato libero accesso al mare. Le relazioni specifiche di alcuni stati balcanici dovranno essere stabilite amichevolmente e per le differenze di nazionalità dovranno essere fissate garanzie internazionali.

12) Garanzie per la sovranità alle regioni dell’impero ottomano, ed alle altre nazionalità sotto il giogo turco dovrà essere garantita l’esistenza e la possibilità di sviluppo autonomo. I Dardanelli dovranno rimanere aperti al libero passaggio delle navi mercantili di tutte le nazioni con garanzie internazionali.

13) Creazione di uno stato polacco abitato da popolazioni polacche con libero accesso al mare ed indipendenza economica e politica garantite da convenzioni internazionali.

14) Creazione di un’associazione delle nazioni, in virtù di convenzioni formali, allo scopo di promuovere tra tutti gli stati, indistintamente, mutue garanzie d’indipendenza ed integrità territoriale.

Quanto sopra esposto rappresentava la ferma volontà del Presidente degli Stati Uniti, ma il programma fu solo attuato parzialmente ed in alcuni casi apparve inadeguato alla realtà.

Garibaldi  aveva  affermato che la pace deve essere duratura, non un concetto astratto per cui alcune volte può essere anche  necessaria una  guerra per rimuovere le cause che ostacolano la pace.

Tuttavia affinché la pace fosse veramente di lungo periodo era necessario attuare i dodici principi enunciati a Ginevra nel 1867:

  • Tutte le nazioni sono sorelle.
  • La guerra tra di loro è impossibile.
  • Tutte le contese che sorgeranno tra le nazioni dovranno essere giudicate da un Congresso.
  • I membri del Congresso saranno nominati dalle società democratiche dei popoli.
  • Ciascun popolo avrà diritto di voto al Congresso qualunque sia il numero dei suoi membri.
  • Il papato, essendo la più nociva delle sette, è dichiarato decaduto.
  • La religione di Dio è adottata dal Congresso e ciascuno dei suoi membri si obbliga a propagarla.
  • Supplire al sacerdozio delle rivelazioni e dell’ignoranza col sacerdozio della scienza e dell’intelligenza.
  • Propaganda della religione di Dio, attraverso l’istruzione, l’educazione e la virtù.

10)  La repubblica è la sola forma di governo degna di un popolo libero.

11)  La democrazia sola può rimediare al flagello della guerra.

12)  Lo schiavo solo ha diritto di far la guerra al tiranno.

 

Questi dodici principi, escludendo, per motivi di spazio, il papato e la religione, sono senza ombra di dubbio più incisivi, nella sostanza, rispetto ai quattordici  punti di Wilson. Inoltre la loro validità è ancora attuale e di gran lunga superiore a quella del professore statunitense, pur considerando che le condizioni “politiche” di quando furono enunciati evidenziavano notevoli differenze.

Doverosamente si deve anche sottolineare che i principi enunciati da Garibaldi sono ricordati solo da pochi  mentre quelli wilsoniani sono menzionati molto spesso, dimenticando che questi ultimi furono, per la loro non facile applicazione, la base del secondo conflitto mondiale. Pertanto se ancora oggi il mondo desidera  realmente una pace duratura non ha che da perseguire i principi affermati a Ginevra dall’Eroe dei due mondi.

 

 

Bibliografia

Il secolo breve di Eric J Hobsbawm,  BUR, Milano 2007

Garibaldi. Battaglie, amori, ideali di un cittadino del mondo  di Alfonso Scirocco, Laterza, 2001