Mentre l’immagine di copertina rimanda al Risorgimento e all’avvio di un bel progetto, quello di mettere in rete le case ed i luoghi garibaldini in Italia e non solo, che coinvolge la nostra Associazione attraverso la sezione di Riofreddo e l’iniziativa di Annita Garibaldi, non possiamo non sottolineare il momento particolarmente drammatico che stiamo vivendo con la guerra scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio scorso. Come associazione abbiamo subito pubblicato un comunicato di condanna dell’invasione e chiesto il cessate il fuoco, ribadito il principio dell’autodeterminazione dei popoli e il rispetto del diritto internazionale. Da allora la follia della guerra alle porte dell’Europa si è intensificata con terribile carico di morti, feriti, distruzioni e con le conseguenze che ne derivano e che dureranno negli anni perché non è facile rimarginare le ferite, non solo nel corpo sociale delle nazioni direttamente colpite ma anche nei rapporti internazionali. Infatti è stato detto, a giusta ragione, che la guerra non guarisce, forse aggrava; non potrà essere strumento per risolvere le controversie tra le nazioni, non potrà mai essere una scelta legittima al di fuori di una aggressione alla quale si debba reagire per difendere la sicurezza comune. Del resto anche Garibaldi sosteneva che “lo schiavo solo ha diritto di far la guerra al tiranno; è il solo caso in cui la guerra è permessa”. Lo ha giustamente ricordato la nostra Raffaella Ponte nell’orazione ufficiale a Quarto dei Mille in occasione della ricorrenza del 5 maggio 1860.
Rammentava spesso Lando Mannucci che nel 1945 si era detto: mai più la guerra! Tutte le associazioni combattentistiche esistenti o che si andarono a costituire dissero: mai più la guerra! Fra gli scopi della nostra ANVRG risalta: “l’ideale garibaldino e mazziniano della santa alleanza dei popoli contro ogni nazionalismo gretto ed egoista, al fine di riconoscere tutti gli uomini fratelli senza differenza di religione o di razza, nei doveri verso l’Umanità”. Ed ancora nell’art. 2 dello statuto “l’affermazione del diritto alla pace per tutti i popoli”. La pace quindi è un diritto per tutti i popoli, un dovere per tutti i governanti dei popoli anche se dittatori.
Vogliamo, quali eredi della tradizione garibaldina democratica, far camminare l’idea della santa alleanza dei popoli, passando per l’Europa, per l’ONU, riaffermando la pace, la fratellanza, la solidarietà.
Accogliamo con questo spirito l’invito della nuova presidente Federica Falchi all’impegno associativo per promuovere i nostri valori, così attuali, come efficacemente scrive nel suo editoriale in apertura di questo numero. (s.g.)