Il Sottosegretario alla Difesa Gen. Domenico Rossi nel messaggio indirizzato alla Presidente e a tutti i soci che “con lodevole ed instancabile dedizione si adoperano a diffondere i valori dell’amore per la Patria e la solidarietà verso il prossimo”, ha ricordato la continuità tra primo e secondo Risorgimento citando l’esempio dei reparti di fanteria della Divisione “Garibaldi” che “tennero alto in terra straniera il prestigio delle armi italiane e si batterono per difendere i valori di pace, libertà e giustizia. Con il loro eroico valore essi contribuirono a liberare i nostri Paesi e l’Europa intera dal giogo del nazifascismo”.
Ha poi svolto una riflessione sulla “realtà vivissima” delle Associazioni, “che affondano le proprie radici in un terreno fertile di gloriose memorie e in continuo rinnovamento, capaci di infondere fiducia perché animate da quegli stessi ideali e da quegli stessi valori che hanno fatto riconquistare a noi italiani il posto che meritiamo nella Storia. Le Associazioni hanno dimostrato di possedere tutte le potenzialità per confermarsi importante strumento di coesione sociale, scuola attiva di solidarietà, motore efficiente del volontariato moderno, centri privilegiati per l’educazione alla giustizia soprattutto delle nuove generazioni”.
Da parte del Presidente della Confederazione delle associazioni combattentistiche e partigiane prof. Claudio Betti è pervenuto un messaggio col quale esprime apprezzamento per l’opera intrapresa “nella conservazione della memoria e nel progettare iniziative che, rivolte soprattutto ai nostri giovani, permettono di conoscere pagine importanti della nostra Storia, quali le drammatiche e complesse vicissitudini affrontate dalla Divisione italiana partigiana Garibaldi dopo l’8 settembre 1943 nei Balcani.” Riguardo alla nostra Associazione il presidente Betti ritiene che essa “svolga un ruolo fondamentale nella società e contribuisca a riaffermare gli ideali democratici e i valori di pace, di solidarietà, di fratellanza che sono alla base del nostro vivere civile”.
La presidenza e segreteria nazionale ANPI nel proprio messaggio ha ribadito anzitutto la consonanza, per ragioni storiche e di memoria, dei due sodalizi. Infatti, prosegue, “la Resistenza dei militari italiani della gloriosa Divisione italiana partigiana Garibaldi in Montenegro rappresentò un essenziale fondamento della futura Europa democratica. Fu una scelta animata da ideali che trovarono forma e sostanza nella Costituzione della Repubblica italiana e rappresentano ancora oggi la strada maestra, l’unica capace di operare pienamente per la pace, la libertà, la convivenza civile e la solidarietà tra uomini e popoli”. Ricordata la decisione dell’ANPI di non concludere la propria esperienza con la fine dei protagonisti della guerra di Liberazione e di aprire alle nuove generazioni, il testo afferma che quella fu una “decisione rivelatasi fruttuosa e necessaria come dimostrano i risorgenti fascismi, le intolleranze e le aspirazioni autoritarie che stanno avanzando in più Paesi e richiedono risposte partecipate, lungimiranti e adeguate”.
Il presidente FIAP Mario Artali ha voluto sottolineare l’affinità tra le due associazione “sui temi più caldi della nostra funzione di associazioni che cercano di mantenere viva la memoria della lotta per la libertà, orgogliose di quanto hanno fatto i protagonisti ai cui nomi ci richiamiamo, ma nello stesso tempo pronti nel riconoscere i contributi di altri protagonisti anche perché né il primo né il secondo Risorgimento sono stati monocolore, dato che la libertà non può avere mai un solo colore”.
Infine il messaggio di un reduce della Divisione “Garibaldi”, Giulio De Agostini, il quale ricorda che nel dicembre 1943 si trovava in Montenegro quale sottotenente della divisione “Venezia” e fu testimone della costituzione della Divisione, “una scelta difficile, ma tutti gli ufficiali interpellati aderirono senza esitazioni alla decisione di non arrendersi ai tedeschi e di continuare a combattere al fianco dei partigiani di Tito.” Conclude il messaggio con queste parole: “Essendo nato il 1 maggio 1921 a L’Aquila credo di essere uno degli ultimi reduci di quella Divisione e tengo a testimoniare che, pur avendo passato momenti molto duri e a volte drammatici, fino al mio ritorno in Italia nel dicembre 1944, sono sempre stato fiero di quell’esperienza e mi fa molto piacere che la nostra Associazione ne conservi la memoria”.