In Italia ci sono oltre centoquaranta mila chilometri di sentieri, gran parte dei quali curati e mantenuti soltanto grazie a quella forza propulsiva, orgoglio di un’intera nazione, rappresentata dal poliedrico mondo del volontariato. Il percorso oggetto di questo volume è senza dubbio unico nel suo genere: l’autore, toccando una delle vicende più importanti della storia d’Italia e d’Europa, ricostruisce il cammino dei Mille di Garibaldi in Sicilia: esattamente lo stesso che fecero i volontari da Marsala a Palermo, per circa 170 chilometri, dall’11 al 27 maggio 1860. Stefano Cascavilla, architetto di professione e camminatore per passione, con questo volume vuol far riscoprire l’incredibile avventura dei volontari garibaldini, un viaggio nel quale affondano le radici della nostra nazione. Un tratto molto descritto nella letteratura e nelle guide, ma di fatto senza tracce in tempi recenti: questa è la prima testimonianza scritta di qualcuno che lo abbia percorso a piedi. La narrazione è molto coinvolgente, e riesce a trasmettere il fascino dell’impresa, così come la minuziosa descrizione del percorso, affrontato dall’autore in una decina di giorni a seguito di un intenso studio delle carte.
Un’avventura del genere, per la storia personale di ciascuno dei mille protagonisti, rappresentò qualcosa di epico. Tornati a casa, occorreva scrivere: memoriali, lettere, libri, articoli. La storiografia consente ormai di recuperare tutti i passaggi del percorso senza difficoltà. A questa analisi topografica si aggiunge la memoria fatta da racconti, storie che spesso confondono la realtà con la leggenda, e soprattutto da luoghi: le vie, le piazze intestate sono esattamente quelle dove sono passati i Mille. Indicazione fondamentale per capire da dove entrarono e uscirono, da quale strada o direzione provenissero.
Un altro aspetto senza dubbio singolare è rappresentato dal fatto che i cammini italiani, generalmente a scopo turistico, vengono descritti scorrevoli; nelle descrizioni dell’autore invece compaiono rovi, muri, cancelli arrugginiti, recinzioni ma anche pioggia alternata a sole cocente.
Ad una prima parte dedicata al fascino che ha suscitato l’Eroe dei Due Mondi all’autore, ne segue una seconda caratterizzata dal racconto minuzioso dell’intero percorso: luoghi, particolari rimasti intatti nonostante il tempo (come scorci e costruzioni abitative) ma anche persone incontrate lungo il cammino, con un’attenzione verso le sensazioni loro suscitate. Stupore, ammirazione si sono alternate a cenni di derisione e incredulità, tra chi ha scambiato l’autore per un pellegrino e chi per uno scout. Nella terza parte vi è una minuziosa descrizione delle singole tappe quotidiane: l’intento –ben riuscito- di Stefano Cascavilla, da esperto camminatore e alpinista, è in primo luogo quella di fornire uno strumento utile a tutti coloro intenzionati a ripercorrere una tappa fondamentale della storia d’Italia.
Alessio Pizziconi