Una caserma della Guardia di Finanza intitolata a Battista Sobrero

eroico ufficiale della Divisione Garibaldi

La Guardia di Finanza ha intitolato al tenente Battista Sobrero, uno degli ‘eroi dimenticati’ della Divisione Garibaldi, una caserma a Genova (via Nizza 28), peraltro sede del Comando Regionale Liguria.

Sobrero era nato nel 1910 a Cornigliano, nella periferia ovest genovese, allora comune autonomo e in crescente fase di industrializzazione; sarà inglobato nella “Grande Genova” nel 1926. La sua era una famiglia modesta (il padre era manovale, come attesta l’atto di battesimo del nostro) ma non priva di ambizioni: ne è conferma la determinazione del giovane Sobrero, che conseguì brillantemente e con “medaglia d’oro” il diploma di ragioneria presso l’Istituto Tortelli di Genova nel 1932.

Subito dopo aver frequentato la Scuola Allievi Ufficiali di Fanteria, assolse il servizio militare come sottotenente di complemento nel 1933-34; iniziò quindi a lavorare come Ispettore capo di Dogana, continuando però anche gli studi all’Università di Genova, dove si laureò in Economia e commercio nel 1939.

Nel 1937 era stato richiamato per un corso di aggiornamento presso il 42° Reggimento di Fanteria che gli valse la promozione al grado di tenente. Nel gennaio 1941 fu mobilitato “per esigenze di carattere eccezionale” sempre nell’arma di fanteria a Cividale del Friuli, ma già nel 1942 risultava vincitore di un concorso per ufficiali di complemento della Guardia di Finanza e, dopo un corso presso la Regia Scuola di Applicazione della Guardia di Finanza, veniva confermato nell’arma con grado di tenente presso la Tenenza Porto di Venezia. 

Un percorso che ho voluto ricordare perché denota una forza di volontà e una risolutezza non certo comuni, inequivocabili premesse delle sue capacità di comando.

In Montenegro fu inviato nell’agosto 1943, assegnato al VI Battaglione nella Guardia di Finanza di stanza a Podgorica; arrivò una settimana prima dell’8 settembre, giusto in tempo per vivere i drammatici momenti di incertezza e di caos determinati dall’Armistizio (peraltro appreso dalla radio) e accresciuti da disposizioni ambigue e contrastanti diramate dall’Italia e dai comandi locali. 

Già il 9 settembre tutte le forze della Guardia di Finanza confluirono a Berane presso la Divisione di Fanteria Venezia, comandata dal generale Giovanni Battista Oxilia, che, dopo qualche esitazione, decise di schierare le truppe contro i tedeschi e di operare insieme coi partigiani dell’Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo. Sarà lui a comandare la Divisione Italiana Partigiana Garibaldi, che fu formalmente costituita il 2 dicembre 1943 a Pljevlja, nella quale confluirono le residue forze italiane, conservando l’ordinamento militare italiano (soldati e partigiani nel contempo). La Divisione fu inquadrata nel II Korpus dell’Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo.

In questo contesto, il tenente Sobrero ebbe dapprima il comando di un battaglione inserito nella II Brigata Venezia già attiva al fianco della Resistenza e poi di una compagnia di Finanzieri nella III Brigata, sempre nella Divisione Garibaldi e sempre impegnato in aspri combattimenti nei quali dette prova di indubbie capacità operative. 

Lo scontro che gli valse la Medaglia di bronzo al valor militare ebbe luogo il 17 gennaio 1944 a Gornje Orlja, un villaggio montano nei pressi di Pljevlja, dove la sua compagnia di fucilieri, che costituiva la punta avanzata dello schieramento italiano, era abilmente disposta in posizione dominante. Qui Sobrero seppe non solo resistere ai ripetuti attacchi dei tedeschi che operavano con armi automatiche e in superiorità numerica (anche perché rafforzati da milizie cetniche) ma riuscì persino a contrattaccare con efficacia, guadagnandosi l’elogio formale del generale Oxilia e quello del comandante della Resistenza, il maresciallo Tito, diramato ripetutamente nei bollettini di Radio Londra (ma non quello dei partigiani attivi sul territorio, a conferma dei loro difficili rapporti con gli “invasori” italiani).

Provato da un inverno particolarmente rigido, da equipaggiamento inadeguato, da difficoltà di approvvigionamento e da febbri tifoidee che iniziavano a serpeggiare, l’intero Reparto fu non solo ristrutturato nelle sue forze residue, ma spostato in Bosnia a fine febbraio. Iniziava così una dura marcia protrattasi per un mese in condizioni disastrose. La compagnia di Finanzieri si trovò isolata dal resto della colonna, con molti militari non più in grado di riprendere la marcia, ma Sobrero, come attesta una relazione del figlio, decise di continuare insieme col suo attendente e “di loro non si ebbero più notizie”. Il Comando di Legione di Firenze lo dichiarerà disperso con decorrenza 18 marzo 1944.

Alla luce di tutto questo, risulta ben giustificata l’intitolazione della caserma genovese al tenente Battista Sobrero.

La cerimonia ha avuto luogo nella mattinata del 30 maggio scorso nel piazzale interno della caserma ed è stata presieduta dal generale della Guardia di Finanza Fabrizio Carrarini, comandante dell’Italia Nord Occidentale, alla presenza del generale Cristiano Zaccagnini, comandante Regione Liguria, e di numerose autorità civili, religiose e militari, unitamente ai famigliari di Sobrero, in primis la nipote Antonella Sobrero madrina della cerimonia. Erano presenti anche varie Associazioni, compresa la Sezione Genova-Chiavari dell’ANVRG nelle figure del Presidente Enzo Baldini e del Vicepresidente Enrico De Barbieri.

Dopo che è stata scoperta in maniera solenne una targa commemorativa, la figura e l’operato di Sobrero sono stati oggetto di puntuali interventi, in particolare dei gen. Carrarini e Zaccagnini. L’evento si è poi concluso con la consegna ad Antonella Sobrero della pergamena di intitolazione della caserma.

La Guardia di Finanza ha voluto inoltre ricostruire la figura e l’attività militare di Sobrero con un breve ma puntuale opuscolo, peraltro corredato di immagini e numerose riproduzioni di documenti e attestati, compreso il suo intero Stato di servizio (Il Tenente Battista Sobrero: un Finanziere della tradizione, esempio per il futuro, a cura di Henry De Santis e Antonio Del Gaizo, Genova, De Ferrari, 2024, pp. 51).

Enzo Baldini