Da sx Marco Giordani, Luisa Cortesi V. Pref, Gianfraco Paris, Alessio Angelucci, Sergio Luzzi (ANPI)

UNA TRAGICA BEFANA

Si, fu proprio una tragica Befana quella del 1944 per 14 ebrei che quel giorno furono prelevati dal carcere di Rieti, dove erano stati ristretti, per essere avviati ad Auschwitz, da dove ne tornò uno solo. La cosa è passata sotto silenzio per decenni finché la ricerca storica l’ha fatta riemergere qualche anno fa con la pubblicazione di un libro. Ma la notizia era rimasta una faccenda per studiosi, nessuno aveva pensato di fare in modo che la città di Rieti la rendesse pubblica per sempre a ricordo del periodo più nero della sua storia: quei dieci mesi durante i quali fece parte della Repubblica di Salò. Così, per rimediare alla omertosa dimenticanza, Sabina Radicale, con l’adesione della Sezione di Rieti “Lando Mannucci” della ANVRG e dell’ANPI, ha preso l’iniziativa di apporre una targa a ricordo perenne del misfatto sulla facciata del palazzo che era il carcere dell’epoca della città di Rieti, situato nel centro storico.

Durante la cerimonia per l’apposizione avvenuta il 6 gennaio u.s., in occasione della ricorrenza dell’80° anniversario, il Segretario di Sabina Radicale Marco Giordani, dopo aver letto i nomi degli sventurati, ha ricordato l’evento con dovizia di particolari sottolineando il valore della iniziativa e promettendo di ritornare ogni anno a monito per la cittadinanza.

L’avv. Gianfranco Paris, presidente della Sezione ANVRG, che all’epoca risiedeva bambino nelle vicinanze del carcere, ha ricordato il clima che visse la città in quei 10 terribili mesi del secolo scorso. Gino Martellucci, proboviro della ANVRG, ha ricordato eventi accaduti nel territorio della Sabina con particolare riferimento al campo di concentramento di Fara Sabina situato ai confini con la provincia di Roma.

Questo il testo della targa. “Da qui, allora carcere, il 6 gennaio 1944, su disposizione delle autorità italiane, in 14 venivano deportati verso Auschwitz perché ebrei Elia Gattegno di anni 52; Elisa Giuli di anni 48; Leone Gattegno di anni 30; Fortuna Attal di anni 26; Elia Gattegno di anni 6; Armando Gattegno di anni 4; Elisa Gattegno di anni 3; Roberto Gattegno di 7 mesi; Isabella da Fano di anni 54; Renée Cohen di anni 29; Daniele Cohen di anni 4; Martin Krohn di anni 60; Gertrude Alexander di anni 54; Ugo Lobenstein di anni 65. Solo Leone Gattegno sopravvisse. Delle tre generazioni della famiglia Gattegno Primo Levi scrisse una memorabile pagina in “Se questo è un uomo”.

Alla cerimonia hanno partecipato il Prefetto di Rieti in persona del Vice Prefetto Luisa Cortesi, l’Assessore Alessio Angelucci in rappresentanza della provincia di Rieti e rappresentanti di associazioni combattentistiche e resistenziali.

Nella foto: da sx Marco Giordani, Luisa Cortesi, Gianfranco Paris, Alessio Angelucci, Sergio Luzzi (ANPI)