Colgo la data del 2 dicembre – che ogni anno ci richiama alla nascita della Divisione italiana partigiana “Garibaldi” a Pljevlja in Montenegro, fulcro della nostra storia e dei nostri valori – per fare il punto della situazione riguardo la vita della nostra Associazione, mentre ci si avvicina all’appuntamento triennale del Congresso, previsto per la prossima primavera. L’ANVRG sta necessariamente cambiando, le giovani leve non sono numerose ma sono qualificate per mantenere il nostro patrimonio di cimeli, archivi e tradizioni, partecipando quando possibile sia alle cerimonie militari sia alle commemorazioni storiche.
Il Ministero della Difesa restringe sempre di più le condizioni con le quali si può accedere a contributi, perché evolvendo verso un lavoro di memoria, tutte le nostre associazioni entrano in modo minore nei suoi scopi. Nel cercare entrate complementari, abbiamo avuto la possibilità di utilizzare un contributo del Comitato Grandi Eventi (70° della Repubblica) per riordinare il nostro archivio romano, fiorentino e riofreddano, a parte quanto già depositato ad Asti in ordine perfetto. Un bel lavoro che ci porterà fino all’estate prossima, mentre prosegue la catalogazione dei nostri libri. Il sito anvrg.org cresce insieme a quello di Camicia Rossa ed è in avanzata costruzione il portale dedicato alle collezioni museali: accoglierà cataloghi di cimeli, libri, documenti, foto, e speriamo si aprano presto le pagine delle Sezioni.
Dovremo però discutere al congresso dell’articolazione della nostra associazione e della sua organizzazione in vista dei tempi che ci attendono. Abbiamo Sezioni valorose e durature, che si rinnovano, ma altre sono ormai solo simboliche, ed alcune hanno concluso in modo travagliato la loro vita. Chi chiede di ricevere “Camicia Rossa” spesso non è legato ad una Sezione, né ha un riferimento territoriale prossimo. Questo rende necessario, credo, la creazione di una “Sezione unica nazionale” gestita, ad esempio, da un Consigliere nazionale, per fare in modo che i nostri lettori si sentano attratti da una adesione completa all’ANVRG. Sollecito tutti a pensare fin da ora alle riforme proponibili e a comunicare le proposte come elemento del dibattito da pubblicarsi sul prossimo numero di questa rivista.
La disponibilità verso i Comuni o altri enti che chiedono conferenze, partecipazioni ad inaugurazioni, ecc. continua, ma non viene quasi mai offerto un sostegno economico perché si sa che abbiamo un contributo pubblico e si considera che facciamo il nostro dovere.
Da parte mia, ho chiesto ai responsabili regionali di attivarsi nel loro spazio geografico, non ricorrendo al Presidente se non quando indispensabile, perché gli obblighi della gestione nazionale sono già tanti. Bisogna però stringere rapporti con le altre associazioni della Confederazione, e con quelle che si muovono nel nostro ambito, cercando tuttavia di rimanere indipendenti verso tutti, perché il nostro messaggio è assolutamente specifico ed unico. Del resto il nostro Statuto ce ne fa obbligo.
Non entro nel dettagli delle nostre attività, ricordo soltanto che il tesseramento va curato con attenzione, senza dimenticare la partecipazione alla vita associativa locale e nazionale oppure altri adempimenti come la rendicontazione delle attività, ma rammento a chi partecipa o comunica poco che l’associazione, nella quale crediamo e che ci accompagna nel nostro essere persone di memoria e di cultura, ha bisogno di tessere ma ancora di più di anime vive.
Nell’anno 2018 si concluderanno le commemorazioni della Grande Guerra, speriamo seguite da quelle relative alla nascita delle organizzazioni internazionali destinate a contribuire alla pace futura. In questo ambito noi ci siamo preparati ad agire con i recenti convegni di Bruxelles e Ginevra. Non più associazione combattentistica, ma associazione combattente, per la pace: i tempi lo esigono. L’evoluzione della pubblica opinione, non solo in certe frange giovanili esasperate, fa temere che si entri in un periodo di commemorazioni della nascita dello squadrismo e del fascismo. A noi toccherà ricordare Matteotti, Spinelli, Torrigiani…. Sarà un lavoro più difficile di quello degli anni passati, ma non falliremo.