La prima diffusione delle idee della Massoneria fu ad opera degli ufficiali di Napoleone I, che costretti all’esilio si rifugiarono nei porti del Mediterraneo, quel- li antichi come Costantinopoli e Odessa, quelli nuovi come Taganrog e Rostov. Bello a Odessa il museo dedicato al massone conte Louis Alexandre Andrault de Langeron (1763-1831), governatore della città ai tempi del soggiorno del giovane marinaio Garibaldi Giuseppe, il quale però fece parlare di se solo dopo essere approdato a Taganrog con un carico di grano e di sigari. A Costantinopoli divenne amico di Gio- vanni Timoteo Calosso, altro ufficiale di Napoleone diventato capo della cavalleria del Sultano. Ne rife- risce Giovanni Battista Cuneo nella prima biografia del combattente in America Latina pronto al ritorno in Europa, nel 1848. Poi incontrò i sansimoniani, menti eccelse di uomini di scienza, filosofi e positivisti, quasi tutti massoni.
Le Logge “Garibaldi” nel mondo sono centinaia, e si radunano ogni anno nel nome dell’Eroe. Quest’anno l’evento legato al raduno italiano, a Trapani, è stata la visita al monumento ai Mille finalmente sorto a Marsala, che dialoga ora, a distanza, col monumento moderno di Quarto, assai simile a quest’ultimo nel- la fisionomia. Muta è la roccia sottostante, rivolta al mare e al vento che accompagnarono il “Lombardo” e il “Piemonte” su queste rive, ma si ode il dialogo tra le due sponde. Il Museo garibaldino di Marsala, tanto voluto dal prof. Giustolisi ed oggi diretto da Elio Piazza, è bellissimo, e si confida che il Centro Studi Garibaldini veglierà alla sua apertura al pubblico come esso me- rita e il luogo comanda.
Dopo le giornate di studio trapanesi sotto la guida di Salvatore Pulvirenti, presidente anche della nostra Sezione di Catania, ci si è dati appuntamento a Belgrado, in Serbia, per il raduno mondiale delle Logge “Garibaldi”. Quella di Belgrado, la prima loggia nata in Serbia, porta lo splendido nome di “Luce dei Balcani”. Fu fondata esattamente 140 anni fa, nel 1876. Nacquero in quell’anno l’“Alleanza per la liberazione della penisola balcanica “ e una Legione anche milita- re, nucleo della loggia. Fu eletto presidente Giuseppe Garibaldi. Arrivò il dono della bandiera di un gruppo di donne livornesi, tuttora visibile nel Museo militare di Belgrado.
L’anniversario meritava una commemorazione speciale, e grazie al nostro presidente Pulvirenti è sta premiata l’ANVRG con l’invito rivolto alla sua presidente. Non era difficile evocare in quella riunione la diffusione del pensiero mazziniano e del mito di Garibaldi durante gli anni detti “dell’attesa”, quando i popoli dei Balcani anelanti alla libertà dagli Imperi austro-unga- rico, ottomano e russo, facevano circolare segreta- mente le opere del giovane Mazzini (una edizione del
1848 si trova a Odessa) mentre il giovane Garibaldi si innamorava di Ugo Foscolo, e dopo il 1848 italiano e europeo. Aspromonte e Mentana portarono nei Balcani un duro colpo al mito. Negli anni successivi lo slancio ideale si concretò però nella nascita di una rete, appoggiata alle logge massoniche, tra coloro che lottavano per la libertà dei loro popoli. Subirono le vicissitudini che hanno martoriato i Balcani da allora senza tregua, con distruzioni delle sedi, scomparsa dei documenti, ma con la permanenza dell’istituzione e delle sue idealità.
A Belgrado l’anniversario si è concluso con una festa che ha visto unite le logge moderne di Serbia e di Belgrado, d’Italia e di numerose altre nazioni. Ha consentito di evocare anche i sette garibaldini com- battenti nel 1914 a Babina Glava, ricordati da una lapide nel cimitero militare italiano di Belgrado. L’Istituto Italiano di Cultura, diretto da Davide Scalmani, vice direttore Paola Cordone, non ha fatto mancare la sua accoglienza e il supporto alla presidente dell’ANVRG e favorito il contatto con uno studioso dell’Università di Belgrado, Milovan Pisarri, che parteciperà ad un convegno a Pistoia nel marzo prossimo sull’Albania e il Montenegro nella seconda Guerra Mondiale. A lui si deve la scoperta a Belgrado di una targa che vuole ricordare, per quanto si possa leggere ancora, la na- scita della Brigata “Italia” formata dai battaglioni “Garibaldi” e “Matteotti” e da altri militari italiani antifascisti che hanno coraggiosamente partecipato alla lotta di liberazione in Jugoslavia. Possiamo farci sostenitori di una operazione di restauro di questa targa.
L’attivista delle manifestazioni è stato Velimier-Bata Zugic, appassionato di cultura garibaldina, ospite e guida perfetta, già autore di una bella pubblicazione “Lights of the Balkans” edita in occasione del 135° anniversario della Loggia, nel 2011, che ha voluto regalare alla nostra biblioteca.
Belgrado è una città antica e nuova contemporaneamente, piena di ferite ma anche di vita, e non vi è dubbio che la figura del generale Garibaldi riscuote ancora interesse tra quanti vi erano riuniti per la storica ricorrenza, in rappresentanza di popoli liberi e desiderosi di sviluppo e di pace.