Garibaldi, la storia, le storie Camicia Rossa

Il 29 agosto 2016, giorno anniversario dello scontro di Sant’Eufemia d’Aspromonte si è svolto un convegno dal tema “Garibaldi, la storia, le storie” sullo stesso sito dei fatti, nelle vicinanze dell’albero contro il quale Garibaldi ferito si appoggiò e davanti al Mausoleo dedicato. Organizzata dal Comune, di cui Sindaco è il dott. Domenico Creazzo e dall’Ente Parco Nazionale d’Aspromonte, dott. Giuseppe Bombino, la manifestazione si è svolta sotto i grandi alberi della foresta che accolse Garibaldi e i suoi garibaldini reduci dalla traversata dello Stretto di Messina e nel disperato tentativo di raggiungere Roma.

Hanno preso la parola, oltre alle autorità presenti, il prof. Santi Fedele, dell’Università di Messina e Annita Garibaldi Jallet, presidente dell’ANVRG, nella ricorrenza del 30° anniversario della cittadinanza onoraria di Sant’Eufemia.

Il prof. Santi Fedele ha ricordato la travagliata storia della Spedizione che condusse Garibaldi alla sconfitta e alla ferita dell’Aspromonte. Imbarcatosi per Caprera dopo il plebiscito che sanzionò l’unità d’Italia, Garibaldi non rimase inoperoso, e nemmeno i garibaldini e gli attivisti dei comitati che non accettarono né la monarchia, né la svolta cavouriana, né l’Italia senza Roma capitale, né la liquidazione dell’Esercito meridionale. L’impulso di un popolo frustrato dalla mancata rivoluzione sociale e disposto a sollevarsi, che Garibaldi incontrò in Sicilia, non fu sufficiente una volta passato lo Stretto. L’Italia era ormai uno Stato che poteva per- mettersi di sparare al suo Eroe.

Trattando di Giuseppe Garibaldi, da Teano al- l’Aspromonte, Annita Garibaldi ha sottolineato che si deve intendere Aspro- monte come una svolta decisiva, il passaggio di Garibaldi da capo di un’impresa militare a capo di un’opposizione senza contorni definiti, ma democratica e fortemente presente nel paese. Dunque una sconfitta sul campo, col sogno – durato fino al 1867 – dell’entrata dei garibaldini in Roma, ma nello stesso tempo era l’inizio di un nuovo corso, per dirla con Ales- sandroGalanteGarrone “il garibaldinismo, come forza politica, nasce

dunque dopo il 1860. Col passare dei mesi, già nel corso del 1860, l’iniziale entusiasmo per le imprese del Generale comincia a convertirsi in una scelta di campo politico che si contrappone sia alle angustie della politica piemontese sia alle rigide pregiudiziali di Mazzini. Questo primo garibaldinismo sembra già prefigurare alcuni aspetti del radicalismo italiano, uno dei primi partiti dell’Italia unita”.

Dopo gli interventi si è svolta una manifestazione musicale giovanile.

La promessa dell’ANVRG è stata quella di partecipare al completamento del Mausoleo e del museo locale nei loro contenuti.