Il 170º della Repubblica Romana a Rieti

A cura di Gianfranco Paris

In queste pagine si riportano le cronache delle principali iniziative organizzate nel capoluogo sabino per celebrare i 170 anni della Repubblica Romana, a partire dall’evento clou del 13 marzo 2019 dedicato ad Anita.

Fortemente voluto dalla Federazione Regionale Lazio dell’ANVRG, dal Comitato di Rieti dell’Istituto Storico del Risorgimento e con la fattiva collaborazione dell’Associazione Culturale Reatina “Domenico Petrini”e dell’Archivio di Stato di Rieti, l’ultimo e più significativo evento per ricordare il 170° della Repubblica Romana si è svolto il 23 marzo nel capoluogo sabino con l’inaugurazione del busto bronzeo di Anita Garibaldi, opera dello scultore Luca Rampazzi, e con una conferenza della Prof. Anna Maria Isastia dell’Università “La Sapienza” su: “Ana Maria De Jesus Ribeiro Garibaldi. Una figura mitica del Risorgimento Italiano”.

La cerimonia dello scoprimento del busto si è tenuta nella prima mattinata, in una magnifica giornata di sole, nello scenario del Parco di via Liberato Di Benedetto, alla presenza delle autorità cittadine civili e militari, della rappresentanza diplomatica dell’Uruguay con la Ministra Imelda Solcic, di Annita Garibaldi Jallet, pronipote dell’Eroe e presidente dell’ANVRG, della prof. Anna Maria Isastia, e di un folto pubblico. La cerimonia è stata allietata dalla Fanfara Garibaldina di Rieti, in camicia rossa, diretta dal M° Luca Gianni, che ha eseguito musiche risorgimentali e garibaldine.

Ha dato inizio alla manifestazione il dott. Lino Martini, vicepresidente dell’Associazione Culturale Reatina “Domenico Petrini”, in sostituzione della Presidente Signora Dimitra Thanou, recentemente scomparsa, per la quale ha chiesto un minuto di raccoglimento, passando poi a ringraziare tutti gli intervenuti alla manifestazione e quanti, associazioni e privati cittadini, hanno contribuito materialmente e finanziariamente alla realizzazione dell’opera, mediante l’adesione ad una sottoscrizione pubblica.

Ha preso poi la parola l’avv. Gianfranco Paris, Presidente del Comitato di Rieti dell’Istituto Storico del Risorgimento e della Federazione Italia centrale dell’ANVRG. Punto focale del suo intervento è stata una succinta ma dotta ed appassionata illustrazione della figura di Anita Garibaldi, moglie fedele, madre premurosa, completamente e convintamente immersa nel turbine degli eventi politico-militari dei quali l’Eroe era di volta in volta protagonista. Una figura mitica, che a Rieti, nel Palazzo Colelli, visse oltre un mese e mezzo (26 febbraio-13 aprile 1849), uno dei più sereni periodi della sua vita a fianco del marito, impegnato nel completamento della Prima Legione Italiana. Fu proprio a Rieti che i due coniugi concepirono il quinto figlio, mai nato perché Anita morirà nelle valli di Comacchio, senza avere il tempo di dare alla luce il bambino, stremata dalla malattia e dalla fatica, al termine della rocambolesca ritirata da Roma dopo l’occupazione della città ad opera delle truppe del generale francese Oudinot.

Il 23 marzo 2019 per la città di Rieti” – ha sottolineato Paris – “è un giorno importante perché finalmente, dopo 170 anni, Anita torna a casa. Ed è stata una permanenza fruttuosa perché, guadagnandosi l’affetto e la stima di tutti i reatini, di riflesso anche la missione del marito ne trasse giovamento. La Legione, infatti, secondo quanto racconta lo storico Angelo Sacchetti Sassetti, dalla palpabile ostilità ricevuta al suo arrivo, all’atto della partenza per Anagni il 13 aprile fu salutata con simpatia dalla popolazione, che l’accompagnò gioiosa per un lungo tratto fuori Rieti. Un risultato, questo odierno, che si è potuto ottenere facendo un gioco di squadra nel quale tutti, promotori e organizzatori, hanno fatto fino in fondo la loro parte”. Ecco, allora, i doverosi ringraziamenti a quanti, tra gli altri, si sono prodigati senza risparmio di energie, quali per esempio la compianta Dimitra Thanou, presidente dell’Associazione “Domenico Petrini”; il geom. Trento Scanzani, segretario della medesima Associazione; Gino Martellucci e Felice Marchioni, l’uno vicepresidente e l’altro segretario del Comitato reatino dell’Istituto Storico del Risorgimento, nonché proboviro dell’ANVRG; Roberto Lorenzetti, direttore dell’Archivio di Stato di Rieti; Giacinta Balducci, già vicedirettore dello stesso Archivio, curatrice della mostra storico-documentaria attinente al periodo reatino di Garibaldi; Luigi Tozzi e Sergio Luzzi della Sezione di Rieti ANVRG; Flavio Serva dell’Associazione Ipazia di Contigliano; Enrico Morbelli della Scuola di Liberalismo di Roma; Daniela Acuti, custode di Palazzo Colelli; Francesco Rinaldi, autore dell’opera teatrale in vernacolo reatino “È réenutu Garibbardi”. E poi, per il sostegno dato all’iniziativa, ha citato l’Associazione Culturale Amici della Sabina, l’Associazione Orizzonti Sabini, la Fondazione Varrone ed il Rotary Club di Rieti. Significativo è stato altresì il patrocinio concesso dallo Stato Maggiore della Difesa.

Al termine si è proceduto allo scoprimento del busto bronzeo da parte della pronipote dell’Eroe e presidente dell’ANVRG, Annita Garibaldi Jallet, coadiuvata dalla rappresentante dell’Ambasciata uruguayana a Roma Ministra Imelda Solcic.

Subito dopo, come da programma, la seconda parte della manifestazione si è svolta prima lungo la via Cintia sotto il balcone del conte Ippolito Vincentini, amico di Garibaldi, dove il 23 ottobre 1867 Garibaldi salutò i reatini prima di dirigersi verso la conquista di Monterotondo e dove l’avv. Pietro Odoardo Vincentini, pronipote del conte Ippolito, ha ricordato l’evento alla cittadinanza; poi sotto i portici del comune è stata deposta una corona d’alloro ai piedi della lapide che ricorda i 4 deputati reatini della Repubblica Romana (Ippolito Vincentini, Giuseppe Maffei, Mario Simeoni e Francesco Battistini), presenti le autorità cittadine, previa lettura della lapide fatta apporre dalla Sezione di Rieti dell’ANVRG nel 1999, in occasione del 150° della Repubblica Romana alla presenza dell’allora Presidente Lando Mannucci.

La mattinata è terminata con la conferenza tenuta nella Sala Calasanzio, ove la prof. Anna Maria Isastia, docente di storia contemporanea all’Università di Roma “La Sapienza”, ha tenuto una interessante relazione (si veda di seguito) su Anita, donna libera ed emancipata, innamorata del marito e da questi ricambiata e trattata alla pari, aspetto assolutamente inusuale per quei tempi. E poi, tutta una vita scandita dalla cura dei figli e dalle enormi privazioni per stare al fianco del marito nelle lunghe, faticose e pericolose campagne militari. Una vera eroina del nostro Risorgimento (Lino Martini)

 UN’OCCASIONE DA NON PERDERE

La serie di manifestazioni indette dal presidente della Federazione Italia Centrale oltre che della Sezione di Rieti della nostra Associazione, avv. Gianfranco Paris, ha segnato il risveglio “garibaldino” di un territorio che si riteneva per molte ragioni assopito. I piccoli comuni si vanno spopolando. I giovani che ancora vi risiedono sono in obbligo di andare a studiare a Roma, e a cercarvi lavoro. Questo ha per conseguenza una diminuzione drastica delle risorse dei Comuni. Eppure essi ancora riescono a tenere vive le tradizioni locali e la memoria della civiltà passata, contadina e borghese, anche per alimentare un turismo colto e curioso, di italiani e non, che cercano nelle antiche civiltà ospitali una immagine di un vivere sincero e laborioso, mentre sono belle le roccaforti, gli antichi castelli, che ricordano il Medioevo e la nobiltà papalina.

I costituenti del 1848 sono stati il riflesso di questa realtà sociale. L’antagonismo tra le nuove classi dirigenti riceve un impulso decisivo dalla Repubblica Romana e dalle rivoluzioni europee del 1848, insieme al potere temporale della Chiesa che dopo un breve periodo di reazione si avvia, con lentezza, alla nuova realtà segnata dalla Spedizione dei Mille e da Roma Capitale d’Italia, non impediscono lo sviluppo delle idee e dei valori del 1848-1849. A tal punto che la Costituzione votata il 9 febbraio 1849 si riflette nella Costituzione del 1948, come è stato illustrato e spiegato nelle varie occasioni che sono ricordate in queste pagine con l’ausilio del talento oratorio e della fede persuasiva dell’avv. Paris.

L’Italia moderna prima ancora che nella Resistenza e nell’aspirazione moderna alla democrazia affonda le sue radici nella Repubblica Romana. Il suo 170° anniversario è stata un’occasione da non perdere per ricordare la storia politica, militare, di quegli anni e anche i suoi protagonisti a partire dalle figure eroiche e romantiche di Giuseppe e Anita Garibaldi. Quest’ultima è stata onorata dalla città di Rieti come a ricordare i suoi ultimi giorni di sposa felice in Palazzo Colelli, e l’affetto che ancora riscuote specialmente come essenziale figura di donna nel Risorgimento italiano.

L’avvocato Paris è stato assecondato dalla rete degli amici, soci dell’ANVRG, autorità locali, qui ricordati, che non lasceranno svanire lo splendido suo slancio culturale e patriottico, così intenso forse perché rimasto troppo a lungo inespresso e sentito come necessario in un’Italia che allora come oggi ha bisogno di sentirsi nella corrente della grande civiltà europea per essere se stessa. (Annita Garibaldi Jallet)

 

Cerimonia di inaugurazione del busto ad Anita. Nella foto di gruppo, da sinistra: Buzzi, Sindaco di Concerviano, Annita Garibaldi, Palma, Sindaco Riofreddo, Col. Messa, comandante Guardia di Finanza di Rieti, Gian Luca Daino Ufficiale Scuola NBC, Magg. Gian Luca Daino, Comandante Carabinieri di Rieti, Col. Sorrentino Comandante Carabinieri di Rieti, Imelda Solcic, Ministra Ambasciata Uruguay, Sebastiani Vicepresidente Provincia di Rieti, Assessore del Comune di Monteleone Sabino, labari della Provincia e del Comune di Rieti

ANITA NARRATA DA ANNA MARIA ISASTIA

 

Anna Maria De Jesus Ribeiro narrata dalla prof. Anna Maria Isastia non ha bisogno di slanci oratori per apparire in tutta l’eccezionalità del suo coraggio e della dedizione all’uomo che l’aveva scelta per sposa. Il racconto del primo incontro tra il porticciolo e le casette bianche di Laguna tra la giovane appena diciottenne, già sposa, e il marinaio combattente nella rivoluzione farroupilha, sembra parte di uno di quei romanzi d’avventura dei quali l’Ottocento è ghiotto. Nel 1839 quella guerra ha conosciuto un risvolto negativo, Garibaldi ha perso i suoi migliori marinai e amici. La solitudine l’opprime a Anita sarà subito la compagna, l’amica della quale ha bisogno per ritrovare fiducia, pronta a prendere lei stessa un fucile in mano per difendere il “Rio Pardo”, il “legno” che è stato la sua prima casa. Di stirpe azzorriana, abituata alla dura vita delle popolazioni del sud del Brasile e alla modestia della vita quotidiana, non esita a lasciare dietro di sé la famiglia e l’anno successivo da alla vita il primo figlio, Menotti, in circostanze anch’esse così avventurose che poche donne avrebbero sopportato.

La vita a Montevideo potrebbe essere più bella per lei e i bambini, finalmente abitanti in una casa modesta ma stabile, se non fosse che il Generale incaricato della difesa di Montevideo è più spesso in guerra che a casa e le condizioni modeste della famiglia non mutano, come non mutano dopo il ritorno in Italia. Ma qui cambia la condizione di Anita, non più combattente a fianco del marito, costretta a vivere in una famiglia troppo diversa dalla sua, e conscia che nella rivoluzione che scuote l’Europa il ruolo di Garibaldi cambia, sta diventando un protagonista di primo piano di un’altra grande avventura.

Lo raggiunge nell’epopea della Repubblica Romana, combatte di nuovo con lui, vive alcune settimane di ritrovata felicità a Rieti. Ma la sorte della Repubblica Romana le è chiara: potrebbe essere separata per altri lunghi anni da lui, prigioniero o mandato in esilio. Malgrado le suppliche del marito non lo vuole lasciare, soffre un vero calvario sulla strada verso di Venezia, si spegne alle Mandriole, nella palude di Comacchio. Ha 28 anni. Lascia Menotti, Teresita e Ricciotti. L’ultimo pensiero è per affidarli al padre.

Sepolta frettolosamente, aspetterà dieci anni prima che Garibaldi le dia una tomba decorosa a Nizza, vicino a sua madre, e ancora molti anni per diventare il simbolo della presenza della donna nel Risorgimento. S’impone con una forza sufficiente per sopravvivere al Regime che le decretò un omaggio – col monumento al Gianicolo – che nella sua bellezza sculturale andava ben oltre la strumentalizzazione del momento. Oggi, Anita, è simbolo di quella libertà per la quale le donne hanno combattuto e combattono, giovane sempre e protesa al galoppo verso il futuro. (A.G.J.)

RIETI CITTÀ DEL RISORGIMENTO

Sabato 30 dicembre 2018 alla presenza del Prefetto di Rieti e del vice Sindaco della città è stata inaugurata la serie di cartelli stradali Rieti città del Risorgimento proposti dalla Sezione di Rieti della ANVRG e collocati nei cartelli stradali situati in tutti i punti d’ingresso della città capoluogo della Sabina.

L’evento ha rappresentato anche il primo atto del nutrito programma di manifestazioni organizzate nel Lazio in occasione del 170° anniversario della Repubblica Romana.

L’avv. Gianfranco Paris, presidente della Federazione delle Sezioni dell’Italia centrale ha pronunciato una allocuzione nella quale ha ricordato come la città di Rieti meriti tal riconoscimento perché è noto e storicamente accertato che essa fu protagonista nel Risorgimento nazionale per una serie di eventi storici importanti. A Rieti avvenne la battaglia di Lesta nel 1821 tra le truppe napoletane guidate dal generale Guglielmo Pepe e quelle austriache guidate dal generale Frimont; a Rieti nel 1931 i volontari del generale Sercognani cercarono di entrare a Porta DArci per liberarla dal potere temporale dei papi; a Rieti fu costituita la Prima Legione italiana guidata da Giuseppe Garibaldi che partecipò alla difesa della Repubblica Romana; a Rieti Garibaldi soggiornò per circa tre mesi insieme alla moglie Anita a Palazzo Colelli; furono 4 i deputati reatini eletti alla costituente che redassero la costituzione della Repubblica Romana, antesignana di quella della Repubblica italiana scritta cent’anni dopo; Rieti fu ancora protagonista nella Campagna dellAgro Romano con alla guida Ludovico Petrini; reatino fu il primo bersagliere che varcò le mura di Porta pia nel 1870. 

Alla cerimonia ha partecipato un folto numero di reatini ed i soci Gino Martellucci, Luciano Tribiani, Francesco Rinaldi, Adalberto Andreani, Valentino Capponi, Sergio Luzzi.

La cerimonia è stata ravvivata anche dalla neocostituita Fanfara garibaldina, guidata da Francesco Rinaldi con Michele D’Alessandro in veste di Garibaldi che per l’occasione ha letto il saluto che Garibaldi fece ai Reatini quando il 13 aprile del 1849 partì alla volta di Anagni con la neocostituita Legione e subito dopo è stato cantato l’inno a Garibaldi composto per l’occasione da Francesco Rinaldi.

CONCERTI DELLA BANDA GARIBALDINA




La Banda nazionale garibaldina di Poggio Mirteto in concerto all’Auditorium Varrone di Rieti

Un ruolo importante nella celebrazioni del 170° lo ha recitato la Banda nazionale garibaldina di Poggio Mirteto che, come noto, fu riconosciuta come tale dalla nostra Associazione perché ben 16 suoi componenti parteciparono alla Fanfara Leonina della legione di Volontari garibaldini che combatterono nel 1867 nella Campagna dell’Agro romano.

La Banda oggi rappresenta un’eccellenza nel panorama delle bande non professioniste ed è vanto sia dell’ANVRG che del Comune di Poggio Mirteto. Le sue origini risalgono alla fine del 1400 e da allora non ha mai smesso di suonare. Nell’ultimo decennio ha intrapreso la strada di Banda-orchestra aperta a giovani musicisti formatisi nei conservatori e facenti parte di quotate orchestre nazionali. Ha al suo interno una scuola di musica guidata dal M° Claudio Gamberoni che la dirige con passione e competenza e che in breve tempo ha trasformato la Banda in un complesso orchestrale capace di suonare pezzi impegnativi e di difficile esecuzione.

La presiede Denise Lupi che si avvale della collaborazione di Vincenzo Di Mario, presidente della Sezione di Poggio Mirteto, fratello dello storico Maestro Giacomino.

La banda per l’occasione del 170° ha tenuto due concerti molto apprezzati dal pubblico e dalla critica, il primo dei quali il 3 febbraio all’Auditorium di Rieti con un programma di musiche molto impegnative quali Yorkshire Ballad di James Barnes, A Klezmer Carnival di Philip Sparke, sinfonia della Semiramide di G. Rossini, The Tipe Writer di Leroy Anderson, molto applaudite, che sono state poi ripetute nella manifestazione organizzata dalla sezione di Riofreddo.

Ai concerti sono intervenute le Autorità istituzionali cittadine che si sono congratulate ed hanno promesso sostegno.

Convegno storico a Rieti

La celebrazione di un evento importante non poteva mancare di un convegno storico. Il tema scelto è stato: “Repubblica Romana: eventi di Rieti e dell’area umbro sabina”. Vi hanno partecipato autorevoli membri dei Comitati di Rieti e Perugia dell’Istituto Storico del Risorgimento. Sono stati presi in esame i fatti avvenuti nelle ex province umbre dell’epoca che entrarono a far parte nel 1861 del Regno d’Italia come Provincia Umbra, che comprendeva anche la città di Rieti, oggi nel Lazio, perché negli archivi locali sono giacenti molti documenti che ancora possono fornire ottima materia di studio di quella storia comune.

Il convegno si è svolto il 9 febbraio all’Auditorium Varrone, messo gentilmente a disposizione dalla Fondazione Varrone per ospitare un maggior numero di studenti delle scuole medie superiori della città, sito nella ex chiesa di Santa Scolastica, con relazioni svolte da Stefania Magliani e Gian Biagio Furiozzi dell’Università di Perugia, Luciano Tribiani, Lino Martini, Gianfranco Paris e Gino Martellucci del Comitato di Rieti dell’Istituto Storico del Risorgimento, con la partecipazione di rappresentanze di alunni delle scuole medie superiori della città. Il convegno è stato coordinato dalla Presidente dell’Associazione Nazionale Veterani Reduci Garibaldini “Giuseppe Garibaldi” prof. Annita Garibaldi Jallet e moderato dalla dott.sa Maria Giacinta Balducci, già vicedirettore dell’Archivio di Stato di Rieti e autorevole membro del Comitato di Rieti dell’Istituto Storico del Risorgimento. Per l’elevato valore storico-culturale dell’iniziativa è stato concesso il patrocinio dello Stato Maggiore della Difesa.

Gli atti del convegno saranno presto pubblicati e messi a disposizione degli studiosi e di tutti coloro che lo desiderano.