L’8 settembre in Montenegro. La relazione del generale Lorenzo Vivalda, a cura di Federico Goddi, prefazione di A. Garibaldi Jallet, Collana “Quaderni di Camicia Rossa”, ANVRG, Firenze, gennaio 2017, pp. 63, s.p. Alessio Pizziconi

Appartenente ai “Quaderni di Camicia Rossa”, una collana di pubblicazioni sui temi della tradizione garibaldina democratica dal Risorgimento alla Resistenza, questa relazione rappresenta il diario del generale Comandante Lorenzo Vivalda sulla attività svolta dopo l’8 settembre dalla Ia divisione Alpina “Taurinense”.

Al momento dell’armistizio in Montenegro era dislocato il XIV Corpo d’Armata, agli ordini del generale Ercole Roncaglia. Il comando aveva sede a Podgorica e comprendeva le seguenti forze: Divisione di fanteria Emilia (gen. Ugo Buttà), Divisione di fanteria Ferrara (gen. Antonio Franceschini); Divisione di fanteria da Montagna Venezia (Gen Giovanni Battista Oxilia) e Divisione alpina Taurinense guidata dal generale Lorenzo Vivalda. Il cambio di fronte successivo all’armistizio dell’8 settembre 1943 diede luogo a una nuova realtà politica che impose una scelta di campo in un contesto bellico di enorme disorientamento e senza il supporto materiale indispensabile. Una nazione allo sbando che abbandonò le sue Forze Armate fatte di uomini che dovettero decidere tra gli ordini ricevuti, non ben chiari, e la loro coscienza, in particolare di ufficiali nelle cui mani i soldati deponevano la fede e la vita.

La relazione del generale Lorenzo Vivalda rappresenta nei più piccoli dettagli la scelta di campo della lotta contro i tedeschi prima della formazione della Divisione Garibaldi. Nel settembre 1943 la Divisione alpina Taurinense si trovava in Montenegro sparsa in vari presidi. Alla richiesta dei tedeschi di consegna delle armi, il generale italiano rifiutò decisamente, avendo scelto di prendere contatti con elementi dell’Esercito di liberazione popolare jugoslavo, suscitando il consenso della maggioranza di ufficiali e truppa della sua unità. Dopo essere riuscito a scampare alla cattura, Vivalda guidò il movimento delle truppe della Taurinense per unirle prima alla Divisione Emilia e poi alla Divisione Venezia. Nonostante la paurosa penuria di viveri e la netta disparità bellica l’unità comandata da Vivalda riuscì a resistere per mesi ai durissimi combattimenti contro i tedeschi fin quando la Venezia e la Taurinense si unirono in un’unica grande unità che prese il nome di Divisione italiana partigiana “Garibaldi”. Lo spirito di corpo degli alpini, unito alla compattezza dei reparti, rappresentò il fattore distintivo della Taurinense, come è ben descritto con immediato realismo nelle pagine del diario del Generale Vivalda. Da queste drammatiche ma eroiche vicende ha origine la storia della Divisione Garibaldi. Dalle pagine del diario emerge l’abnegazione e la forza di un Generale che per primo diede esempio di carattere nello scegliere immediatamente da che parte stare, non accettando mai le condizioni tedesche ma combattendo le loro truppe fino alla fine. Il diario Vivalda, con una grande quantità e precisione dei dati, restituisce la drammaticità di quelle settimane dove, contemporaneamente allo sfaldamento delle forze armate conseguente al crollo del regime, stava lentamente rinascendo la Patria attraverso il sacrificio di migliaia di compatrioti che salvarono l’onore dell’Italia.