Questo appassionante volume rappresenta la raccolta degli atti di un Convegno di aggiornamento nazionale di storia della Croce Rossa Italiana, organizzato dal Comitato Locale di Firenze il 31 gennaio-1 febbraio 2015, e fa parte di una serie di iniziative volte a promuovere lo studio e la conoscenza della storia della CRI a tutti i livelli. I singoli contributi, provenienti da studiosi con curricula eterogenei, analizzano diversi aspetti della Croce Rossa.
Il periodo preso in esame, il cinquantennio che va dalla III guerra di indipendenza (1866) alla prima guerra mondiale, è anche l’epoca in cui si caratterizza la struttura di questa organizzazione. Gli esordi furono infatti quelli di un’associazione spontanea legata alle intuizioni rivoluzionarie di Henry Dunant e alle iniziative del Comitato centrale della Croce Rossa di Ginevra. Tutto partì da un libretto di 115 pagine, nel quale Henry Dunant scrisse quello che vide e visse in prima persona a Castiglione delle Stiviere nel giugno 1859: il caos dei soccorsi ai feriti delle battaglie di San Martino e Solferino.
L’attività iniziale della CRI è stata rivolta in modo quasi esclusivo alle situazioni belliche. Soltanto col passare degli anni si sviluppò una legislazione che trasformò la CRI in una macchina più strutturata e operativa, capace di intervenire anche su scenari interni. La seconda metà dell’Ottocento vide infatti il crescente protagonismo delle donne sul piano sociale e sanitario, basti pensare al lavoro di Florence Nightingale e Clara Burton, fino allo scoppio della Grande Guerra che sancì definitivamente l’affrancamento della figura femminile in molti ruoli all’interno della società, e tra questi le infermiere volontarie della Croce Rossa di ogni singola nazione.
Al 1899 risale il Manuale del Portaferiti del tenente medico Vanceslao Fraschetti: mai prima di allora era stata realizzata una sintesi così efficace da colmare una lacuna in uno dei settori chiave della vita militare. Dedicato anche al servizio sanitario in guerra della CRI, si componeva di numerose sezioni tra le quali il riconoscimento sui campi di guerra del personale, la descrizione dei portaferiti, dell’equipaggiamento, del materiale sanitario, brevi nozioni di anatomia e fisiologia sino alla trattazione delle ferite e al trasporto. Il primo comitato italiano di CRI fu quello di Milano, che vide come fondatore Cesare Castiglioni, il quale come medico, aveva partecipato attivamente alla cura dei feriti della battaglia di Solferino ricoverati negli ospedali di Milano e fu tra i protagonisti della Conferenza diplomatica preparatoria di Ginevra dell’ottobre 1863. Stesso cognome ma nessun rapporto di parentela ebbe Pietro Castiglioni, anch’egli tra i primi protagonisti del Comitato italiano insieme allo stesso Cesare e a Guido Corsini, fondatore del comitato fiorentino della CRI.
Dopo lo scoppio della Grande Guerra si iniziò a pensare a un organismo sopranazionale che potesse mobilitarsi nell’emergenza sanitaria, attraverso il rafforzamento delle mutue relazioni sulla base del diritto internazionale. Questo venne individuato nel 1928 con la creazione della Lega delle Società di Croce Rossa.
In primo piano nel volume vengono inoltre analizzate la disciplina della guerra in rapporto alle norme del diritto internazionale nei primi anni del ‘900, il parallelo tra la CRI e l’American Red Cross, alcune note di vicinanza e similitudine tra Croce Rossa e Massoneria. Importanti anche i contributi per quanto riguarda la storia dell’organizzazione della macchina dei soccorsi, la formazione e la preparazione del personale infermieristico militare, la storia dei trasporti sanitari, dalle barelle ai treni ospedale, fino alle modalità di trasporto dei feriti in emergenza, fino all’organizzazione di città ospedaliere. Non potevano inoltre mancare dei contributi circa il ruolo delle donne alle origini della CRI, dalle prime Unioni delle Dame fino allo sviluppo del Corpo delle Infermiere Volontarie. Lo scontro con la realtà del fronte fu durissimo ma le crocerossine seppero farsi onore fornendo sempre assistenza sanitaria e affrontando con grande sacrificio la crudeltà di una tragedia bellica dalle proporzioni enormi. Un conflitto dove, alla luce dei dati analizzati, si evidenzia che la CRI non si trovò impreparata: il suo livello di preparazione era più che soddisfacente e venne perciò coinvolta fin da subito nel complesso della mobilitazione generale. Il costante aggiornamento, la formazione, l’impegno degli uomini e delle donne che ne fecero parte, tutto questo permise all’organizzazione di affrontare l’esperienza travolgente della prima guerra mondiale, a fronte della quale la CRI fu all’altezza delle aspettative.
Il volume, di grande chiarezza, vuole perciò approfondire il tema fondamentale della storia della più importante organizzazione a livello mondiale fondata sull’opera del volontariato.