Personaggi dell’antifascismo garibaldino. Virgilio Panella Annita Garibaldi Jallet

 

Una scheda d’iscrizione all’ANVRG del 1962 è intestata a Virgilio Panella, che però dichiara di essere socio del sodalizio dalla fondazione. Infatti risulta come donatore di generosi contributi a più riprese. La messa in ordine del nostro archivio ci darà, lo si spera, qualche altra informazione su questo personaggio particolare, nato il 6 febbraio 1876 ad Ischitella (Foggia) che sembra volere, a pochi mesi dalla morte sopravvenuta a Roma il 24 maggio 1963, lasciare traccia di una presenza  tra i garibaldini pur non avendo scritto alcun diario, alcuna memoria. Vediamo di raccogliere provvisoriamente quello che già sappiamo della sua vita.[i]

Di famiglia agiata, studia, si distingue subito per la sua grande agilità ad imparare le lingue antiche e moderne, a 18 anni si diploma maestro elementare, a 20 è incaricato presso il ginnasio di Bari. Cosa lo porta a diventare anarchico? Va a combattere con Ricciotti Garibaldi a Domokos. Si fa coinvolgere nei fatti del 1898. E’ la sua fortuna perché esiliatosi in Svizzera rifugia a Martigny presso Vilfredo Pareto che gli affida traduzioni delle sue opere. Passa in Francia, vuole tornare in Italia, si laurea in lettere, è inviato al confino a Nola, e si laurea in legge a Napoli nel 1900. Qui si fa serio, entra nel Ministero dell’Agricoltura per occuparsi di trattati di commercio e frequenta gli ambienti del sindacalismo rivoluzionario, collaborando a vari giornali vicini al partito socialista di Orano e De Ambris. In quegli anni entra in massoneria. Nel 1908 vince un concorso per la carriera consolare, e parte per Il Cairo  dove è molto apprezzato dalla Corte del Sultano. Si è nel frattempo sposato con una greca, Josephina Graya (1887-1931) dalla quale avrà quattro figli.

Durante i suoi soggiorni frequenti a Roma, da alle stampe per la casa editrice Sonzogno delle traduzioni dell’antico francese e dall’inglese di opere classiche, e esegue disegni per illustrare altre opere. Tiene un corso all’Università del Cairo, e pubblica successivamente una lunga relazione sullo stato della società egiziana. Vive il periodo della guerra nei Servizi – non è stato possibile reperire la documentazione –  e nel dopoguerra diventa addetto stampa dell’on. Giolitti. Si dichiara subito antifascista, rifugiando di nuovo in Svizzera, poi a Parigi, senza mai aggregarsi a gruppi di emigrati politici, vivendo con i figli e muovendosi di continuo. Nel 1938 la polizia fascista rallenta la sorveglianza, ed è proprio in quel momento che raggiunge i garibaldini in Spagna. Ha più di 60 anni. Ferito, è rimandato a Parigi, ma torna alla frontiera dei Pirenei per aiutare alle “retirada”. Il suo disegno è chiaro: raccogliere tutti i combattenti antifascisti italiani provenienti dalla Spagna, per iniziare a costituire una forza in grado di agire in caso di guerra. Si ritrova così a Tours nel 1940 con Sante Garibaldi che ha ricostituito una Legione garibaldina di circa 2000 uomini, pronti ad aiutare i francesi a contenere l’avanzata tedesca, autorizzata a costituirsi soltanto poco prima dell’armistizio. Panella torna nei Pirenei, pur rimanendo in contatto con Sante Garibaldi. Nel 1943, il grande progetto di un rientro in Italia con un esercito volontario che vada incontro dal nord agli alleati che arriveranno dal sud è pronto, ma anche le minacce contro Panella, Sante Garibaldi ed i loro legionari. Avviene una divisione dei compiuti: Sante rimane a Bordeaux pronto a radunare i suoi uomini sulla frontiera delle Alpi, Panella va in Algeria con una parte di essi per raggiungere da quella sponda gli alleati e costituire quella legione di italiani che affiancheranno gli alleati.

Una ricca documentazione ci consente di ricostituire tutti gli sforzi fatti dall’ormai anziano Pannella con gli alleati ad Algeri, e con il governo italiano di Brindisi e Salerno, che lo tiene in considerazione, ma non lo fanno tornare in Italia con i suoi. Gli alleati, si sa, vogliono l’Italia sconfitta e non cobelligerante. Intanto Sante Garibaldi ha iniziato a morire in Germania. Panella lo incontra a Roma  nel 1945 e ne costata il doloroso stato.

Vive i suoi ultimi anni a Roma, non senza tentare di elevarsi contro l’oblio nel quale versano coloro che avrebbero voluto che l’Italia, soprattutto dal 1943, fosse diversa. Riposa ad Ischitella vicino alla moglie. Aspetta il suo biografo.

 

[i]1) Si ringrazia il responsabile della biblioteca provinciale della Capitanata (Foggia), Maurizio De  Tullio, per il suo contributo ad una ricerca che amplia un primo lavoro da lui fatto per il Dizionario biografico di Capitanata, l’Ufficio Storico del Ministero della Difesa per la preziosa documentazione e l’Archivio Centrale dello Stato. La documentazione è versata nell’archivio storico di Roma dell’ANVRG. Eventuali ulteriori contributi sono benvenuti.