Una rosa per Anita Sergio Goretti

Preceduta da una conferenza stampa svoltasi a San Giovanni in Galilea (FC) il 28 luglio, alla quale ha partecipato per l’ANVRG il presidente della Federazione Emilia Romagna Cesare Galantini, l’inaugurazione del progetto “Una rosa per Anita” si è tenuta a Ravenna, presso la fattoria Guiccioli alle Mandriole il 4 agosto alla presenza di soggetti pubblici e privati che hanno aderito al progetto, col sostegno, il patrocinio o altre forme di collaborazione.

La data coincideva volutamente con la ricorrenza della morte di Anita Garibaldi (4 agosto 1849). Oltre al lancio del progetto il programma prevedeva la messa a dimora del primo ibrido di rosa nello spazio verde antistante la casa ove Anita morì. Vediamo di illustrare brevemente il progetto. Nato dall’intesa tra il Museo Renzi di Borghi, diretto da Andrea Antonioli, e l’Istituto tecnico “Garibaldi-Da Vinci” di Cesena proprietario della rosa dedicata ad Anita, ibridata da un esperto, l’ex partigiano Giulio Pantoli, presente all’iniziativa. Dopo la messa a dimora della prima rosa nel luogo simbolo delle Mandriole, ci vorranno circa due anni prima che le altre rose siano pronte per la piantagione. Nel frattempo molti Comuni, romagnoli e non solo, si sono già prenotati per avere un esemplare, accompagnato da una targa illustrativa, da collocare in spazi pubblici adeguati.

Un pubblico molto numeroso (non meno di 200 persone) gremiva la sala del complesso delle Mandriole recentemente restaurata e adibita a luogo di incontri e convegni il pomeriggio assolato del 4 agosto. La delegazione dell’ANVRG era formata dal direttore di “Camicia Rossa” accompagnato dagli amici Silvio Monticelli di Cesenatico, Gianluca Brandolini e Ettore Buvardia di Cesena a cui si sono uniti i consoci ravennati col presidente Gianni Dalla Casa.

Dopo l’alza bandiera a cura delle associazioni d’arma si è aperta la parte convegnistica con gli interventi e i saluti di autorevoli personalità magistralmente coordinati da Giovanni Fanti. In primis  il vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignani che ha portato il saluto del Sindaco e della città, cui ha fatto seguito Giannantonio Mingozzi, presidente della Fondazione Museo del Risorgimento di Ravenna che ha ringraziato la decina di sindaci presenti ed ha ricordato come la Fattoria Guiccioli sia la testimonianza di momenti centrali del Risorgimento (la morte di Anita, l’avvio della trafila garibaldina) ed anche della Resistenza perché lì vi ebbe sede un comando partigiano che partecipò alla liberazione di Ravenna. Tant’è che il presidente Ciampi definì Ravenna città del Risorgimento, della Resistenza e della Repubblica.

Lorenzo Cottignoli, presidente della Federazione delle Cooperative che è la proprietaria della Fattoria, ha messo in risalto il complesso di interventi di restauro compiuti ed ancora da fare per rendere il luogo sempre più fruibile: “intendiamo farne non solo luogo della memoria ma anche funzionale alle attività che alla memoria si ricollegano”. Dopo aver tratteggiato la storia della Fattoria dall’anno Mille all’acquisizione da parte della cooperazione ravennate, Cottignoli ha accennato ai progetti futuri di valorizzazione  “per rendere sempre più vivi i luoghi della memoria” con la sistemazione a museo della casa dove morì Anita, la realizzazione dell’archivio storico della cooperazione e di un qualificato punto di ristoro.

Nel merito del progetto “Una rosa per Anita” è entrato il Sindaco di Borghi Piero Mussoni che lo ha illustrato mettendo in evidenza come coinvolga comuni di ben quattro province emiliano-romagnole ed abbia punto di riferimento nel Museo Renzi dal quale ha preso avvio lo scorso anno col convegno a Sogliano al quale partecipò la nostra presidente Annita Garibaldi.

Sugli aspetti più tecnici del progetto si sono intrattenuti Camillo Giorgi dell’Istituto tecnico “Garibaldi-Da Vinci” e il direttore del Museo Renzi Andrea Antonioli, uno dei registi di questa operazione. Nel suo ampio intervento ha ricostruito la vicenda di Anita e della trafila ravennate e romagnola e delineato le figure  di patrioti che caratterizzarono quella vicenda e portarono a salvamento Garibaldi. Ha infine presentato  la video-poesia di Maria Gabriella Conti  dedicata a Anita che è stata proiettata in sala e ha raccolto gli applausi del pubblico, toccato e commosso dalle parole della poetessa.

E’ seguita, all’esterno, la cerimonia della inaugurazione della messa a dimora della prima rosa dedicata ad Anita e della targa illustrativa. Abbiamo poi fatto visita alla camera ove Anita spirò il 4 agosto 1849 e siamo stati omaggiati del lavoro di Antonio Fogli “Gli ombrelli di Garibaldi” e del volume-ricerca “Una rosa per Anita. Il tributo della Romagna ad Anita Garibaldi” curato da Andrea Antonioli e contenente un saggio di Annita Garibaldi,  per infine essere ospitati a cena nello stand gastronomico allestito per l’occasione. L’evento ha avuto ampio risalto sulla stampa locale che ha messo in risalto il carattere internazionale del progetto di valorizzazione della figura di Anita.