TERZO CONVEGNO SUI SOLDATI ITALIANI NELLA RESISTENZA IN ALBANIA E MONTENEGRO

Terzo convegno a Pistoia sulla Resistenza in Albania e Montenegro Sergio Goretti


Caro nemico
è titolo del terzo appuntamento annuale sul tema della Resistenza dei militari toscani e pistoiesi sul fronte albanese e montenegrino 1943-45 organizzato dal Comune di Pistoia con numerose collaborazioni, tra cui quella della nostra Associazione, e curato dal punto di vista storico e scientifico dalla prof.ssa Lia Tosi, instancabile divulgatrice di queste vicende nella sua città, riconosciuta quest’anno capitale italiana della cultura.

Dopo aver affrontato, nelle precedenti edizioni, la crisi all’indomani dell’8 settembre ’43 e le tragiche vicende dei militari italiani divenuti partigiani ed alleati ai nemici del giorno avanti, in questo convegno, avvalendosi di studiosi di varie nazionalità, vi è stato lo sforzo di mettere in luce aspetti meno noti di quel “vortice di destini” che hanno incrociato uomini e popoli ora alleati ora nemici. Lo ha sottolineato bene il Sindaco, Samuele Bertinelli, nella sua introduzione, una vera e propria lectio magistralis, molto apprezzata e applaudita dal folto pubblico che riempiva la Sala Maggiore del medievale Palazzo degli Anziani, sede del municipio.

La sessione mattutina, presieduta da Matteo Mandalà, docente di lingua e letteratura albanese all’Università di Palermo, ha visto anzitutto un gruppo di studenti di scuole superiori pistoiesi leggere brani di diari di guerra di reduci della Divisione “Garibaldi” cui hanno fatto seguito gli interventi di studiosi italiani, albanesi, inglesi e tedeschi, di approfondimento sull’Albania al tempo dell’occupazione, sui rapporti italoalbanesi durante la guerra e la Resistenza.

Nel pomeriggio è stata la presidente dell’ANVRG Annita Garibaldi Jallet a coordinare i lavori del convegno nella parte dedicata alla Resistenza in Montenegro e quindi alle vicende della Divisione “Garibaldi”. La presidente ha anzitutto illustrato la nascita e la composizione del sodalizio garibaldino, l’unico eretto in ente morale e quindi riconosciuto dal Ministero della Difesa nel novero delle associazioni combattentistiche e partigiane, e ne ha tratteggiato la storia dalla immissione dei reduci della Divisione “Garibaldi” sino ad oggi. Ha ricordato, prima di passare la parola, quanto il nome e il mito di Garibaldi fossero presenti nei paesi balcanici sin dall’Ottocento quale punto di riferimento per gli uomini ed i popoli oppressi da Russia, Impero Ottomano e Impero austro-ungarico. Sicché il riferimento a Garibaldi nella denominazione della divisione italiana partigiana operante in terra montenegrina non fu che l’ultimo simbolico riconoscimento all’Eroe quale indiscusso campione di libertà.

Dopo l’intervento di Armando Pitassio, docente di storia dell’Europa orientale all’Università di Perugia, che ha esaminato a fondo la particolare situazione della Macedonia durante i conflitti nazionali tra XIX e XX secolo ed anche sotto l’occupazione italiana, e quello di Vesna Kilibarda, italianista dell’Università del Montenegro sui viaggiatori italiani in Montenegro nell’Ottocento, ha preso la parola Milovan Pisarri, dell’Istituto italiano di Cultura di Belgrado che ha diffusamente trattato di una vicenda tragica e gloriosa nella guerra di liberazione del Montenegro, quella della Terza Brigata della Divisione “Garibaldi”. Una formazione che rimase praticamente distrutta dopo una terribile odissea invernale tra le montagne del Montenegro e della Bosnia. Pisarri l’ha raccontata sulla base di un originale documento storico: il memoriale “Il tifo” scritto dal commissario politico jugoslavo Eric Kosh, nel quale si racconta come la terribile epidemia che colpì quelle regioni nell’inverno 1943-44 abbia fatto più vittime dei combattimenti.

La relazione di Federico Goddi dell’Università di Genova è stata, per quanto ci riguarda, quella di maggior interesse, non solo perché si tratta dell’opera di un ricercatore esperto nella storia dell’occupazione italiana in Montenegro durante il secondo conflitto mondiale, autore di “Fronte Montenegro” (Gorizia, 2016), quanto perché Goddi ha svolto un importante lavoro di riordinamento dell’archivio storico a Porta S. Pancrazio, di cui ha parlato nell’intervento, oltre ad aver curato il diario di guerra del gen. Lorenzo Vivalda, già comandante prima della divisione “Taurinense” e poi della “Garibaldi”, pubblicato nei Quaderni di Camicia Rossa col titolo “L’8 settembre in Montenegro” (2017). Particolarmente efficace è stata la proiezione di foto d’epoca scattate in zone di guerra e conservate nell’archivio centrale, ora riordinato, dell’Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini.