La pittrice Novelia Marinozzi, il maestro David Cerquetti e il socio di Ortona Antonio Di Vincenzo

“VARIAZIONI” SULL’INNO DI MAMELI

di R. de Grandis e A. Baccile

Il 13 agosto 2019 si è svolto ad Ortona il Music Day, manifestazione ideata nel 1983 dagli Amici della Musica “Guido Albanese”, in cui vengono organizzati concerti in suggestivi luoghi della cittadina abruzzese. Quest’anno la sezione di Ortona dell’ANVRG ha collaborato all’organizzazione della giornata, inaugurando il “Premio Risorgimento” nell’ambito del Concorso internazionale di composizione “Carlo Sanvitale”. Nel corso della manifestazione un ritratto di Garibaldi, opera della pittrice ortonese Novelia Marinozzi, è stato offerto al maestro David Cerquetti, autore della composizione “Melodie d’Italia” eseguita dal complesso da camera “Carlo Sanvitale”. Il maestro bavarese Max Strausswald ha mostrato una grande flessibilità della tecnica direttoriale facendo risuonare l’Inno di Garibaldi richiamato in partitura.

Il brano di Cerquetti è ispirato al dipinto “Piazza d’Italia”, realizzato nel 1952 da Giorgio De Chirico, in cui convivono armonicamente elementi della storia della penisola italica (statue antiche) con elementi di modernità come palazzi, treni e fabbriche. In questo dipinto De Chirico ritaglia uno stralcio di quotidianità dei primi anni della seconda metà del ‘900: il treno sbuffa trasmettendo una percezione di movimento, odore e rumore, e due persone all’angolo della piazza si scambiano alcune parole dando l’idea della normalità, in cui tutti questi elementi eterogenei siano perfettamente amalgamati tra loro. Se un tale dipinto è in grado di descrivere e rappresentare l’Italia del Novecento, lo è ancor di più per raccontare quella di oggi in cui l’antichità convive con la modernità creando un equilibrio estetico unico e autentico, normale e abitudinario per il cittadino italiano.

Anche la musica si presenta oggi come una contaminazione costante di idee del passato più lontano e di quello più recente: l’Italia, fin dai tempi più remoti, è stata considerata la madre della melodia e della bellezza fonica e sonora. I Maestri Fiamminghi, così come successivamente Haendel e Mozart, sono venuti a studiare in Italia con lo scopo di imparare a migliorare la “bellezza estetica” della loro musica. Nel Novecento, però, l’Italia ha abbandonato parzialmente questa sua tradizione uniformandosi alle tendenze d’avanguardia di tutta Europa. Nel 2019 ci ritroviamo, dunque, in una Italia che da una parte eredita l’interesse per la ricerca timbrica e della “dissonanza” propria del XX secolo, dall’altra, invece, sembra voler tornare alla bellezza melodica di un tempo.

Cerquetti è giunto alla conclusione che la bellezza dell’Italia è proprio quella rappresentata da De Chirico con il suo dipinto: la bellezza estetica perseguita nei tempi più antichi, e quindi anche quella sonora, unita e compenetrata alla modernità e ad una rivisitazione dei parametri sonori. Così come le nostre piazze sono perfettamente in equilibrio e circondate da arti di epoche differenti, la corretta melodia per rappresentare la nazione italiana è data dall’equilibrio tra antico e moderno. E’ quello che ritroviamo nella composizione.

Nella stessa serata, il pianista Giacomo di Tollo ha eseguito con piglio fiero tre variazioni sull’Inno di Novaro, ricevute nell’ambito del progetto sull’Inno Nazionale lanciato dalle colonne di Camicia Rossa. Si tratta di elaborazioni dei compositori Giovanni Maria Vincenzi, Celso Mojola (Brasile) ed Eidi Kakuno (Giappone). Un’altra sensuale variazione sull’Inno di Novaro, opera di Elena Maiullari, è stata eseguita nel concerto all’alba sulla battigia del Lido Saraceni dalla pianista lussemburghese Sabine Weyer. L’artista ha fatto risuonare le note di Novaro al sorger del sole, con lo sfondo di un panorama mozzafiato creando un’atmosfera carica di ricordi e poesia.