Andrea Bianchi

Andrea Bianchi Valerio Benelli

14 gennaio ci ha lasciato Andrea Bianchi, l’ultimo dei garibaldini di Romagna.

La figura di Andrea Bianchi rispecchiava la seconda anima della nostra Associazione, quella che si affianca allo spirito risorgimentale dell’Eroe dei due mondi e di coloro che lo seguirono nelle sue imprese; rappresenta la continuità nel secondo conflitto mondiale, fra coloro che si trovarono ad un certo momento della propria vita a dover scegliere da che parte stare, rappresentata dai militari della Divisione Italiana Partigiana “Garibaldi” che combatté per la liberazione jugoslava in Montenegro.

Andrea Bianchi, classe 1924, faceva parte del 6° Battaglione della Guardia di Finanza, forte di 360 unità fra ufficiali, sottufficiali e truppa che registrò ben 142 caduti e numerosi feriti e dispersi meritandosi la decorazione di bronzo al Valor Militare aggregato alla Divisione Venezia, che era di stanza a Berane, in Montenegro, dove Andrea giunse il giorno 8 giugno del 1943. All’8 settembre, come molti altri reparti dell’Esercito Italiano quello di cui faceva parte si trovò senza direttive precise. Le imposizioni tedesche, va ricordato, comportarono lo sfaldamento di ben 32 divisioni italiane e la resa di circa 600.000 uomini.

Prima ancora che il Governo Italiano prendesse forma, prima che il governo Badoglio proclamasse la guerra alla Germania, queste divisioni presero le armi e iniziarono la loro nuova vera e buona guerra. Anche le Fiamme Gialle, dissero il loro NO alla tracotanza tedesca, alle intimidazioni di disarmo e di prigionia; con decisione spontanea decisero di affiancare i fanti, gli alpini, gli artiglieri ed i genieri delle Divisioni Taurinense e Venezia e con loro ingaggiarono la più terribile guerra di liberazione dei popoli della Jugoslavia e della nostra Patria lontana.

Le nostre strade si sono incrociate solo negli ultimi anni della sua vita ma egli non ha mai dimenticato quei giorni che costituirono anche una forma di riscatto per gli italiani che in quei momenti si trovavano all’estero.

Ciao Andrea