BIANCA MONTALE

All’età di 95 anni è venuta a mancare Bianca Montale. Nata a Genova nel 1928, giovanissima ha aderito al movimento di Liberazione nazionale, quale staffetta partigiana nella I brigata S.A.P. “Giuseppe Mazzini”. Di questo importante e per lei indimenticabile momento della sua lunga e interessante vita, ne amava ricordare l’appassionato contributo di sedicenne, sottolineandone tuttavia il valore di presa di coscienza di un dovere, che ha poi riscoperto rileggendo Mazzini. Donna dal temperamento forte, fino alla fine ha tenuto tra i suoi ricordi più cari e mostrato con orgoglio la sua tessera partigiana, testimonianza della sua militanza appassionata, che poi si è riverberata in tanti altri campi, dalle convinzioni religiose alla militanza politica nelle file repubblicane, segnata dalla conoscenza e frequentazione di Randolfo Pacciardi e di Giuseppe De Andrè.
Nota soprattutto come storica e docente di Storia del Risorgimento all’Università di Genova e di Parma, è stata dapprima Direttrice dell’Istituto Mazziniano di Genova (1952 – 1970), nel quale ha lasciato una duratura impronta grazie all’impegnativo lavoro portato avanti per ricostruire le raccolte museali, archivistiche e librarie, dopo gli ingenti danni subiti durante i bombardamenti del secondo conflitto mondiale, realizzando un’imponente schedatura di migliaia di documenti e creando il primo catalogo a soggetto della biblioteca specializzata. Studiosa rigorosa, latinista fin dal liceo, allieva del grande medievista Giorgio Falco, finì con l’orientare i suoi interessi sulla storia del Risorgimento, contribuendo a restituirne un’attenta e documentata lettura, dopo l’utilizzo strumentale che di essa era stata data in epoca fascista. Appartenendo alla generazione dei Romeo, Della Peruta, Levra, il suo lavoro di storica fu sempre basato su rigorose ricerche negli archivi, restituendo un racconto scientificamente documentato ma ravvivato da una scrittura chiara e leggibile. Tra gli studi più significativi le biografie di Antonio Mosto e di Emanuele Pes di Villamarina, gli innovativi studi sulla Confederazione Operaia Genovese e il movimento mazziniano, sull’emigrazione politica, il sistema carcerario, dedicando altresì studi e pubblicazione a sfatare falsi miti del Risorgimento, in particolare di quello genovese. Attenta studiosa e docente, ha sempre coniugato i suoi studi con impegno e grande passione civile. Fu anche membro del Consiglio di Presidenza dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Accademica dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere, tra i fondatori del Dipartimento di Ricerche Europee (DIRE), ha fatto parte della Commissione Nazionale Editrice degli Scritti di Mazzini, dei Comitati nazionali per le celebrazioni del centenario della morte di Giuseppe Garibaldi e per il bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini. Ha ricevuto un premio alla carriera per la propria disciplina (2000) da parte dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Le sono stati conferiti il Premio Mazzini, da parte dell’Università di Genova, e il Premio Città di Genova. Instancabile studiosa, univa alle sue doti di ricercatrice la passione per l’insegnamento, ricambiata dall’amore dei suoi studenti, che numerosi l’hanno seguita negli anni. Attraverso scritti, conferenze e lezioni accademiche in Italia, in Europa e all’estero (Corea, Argentina, Cile, Brasile, Nord America, Canada), ha contribuito alla diffusione e alla valorizzazione della conoscenza della storia del Risorgimento.
Nipote di Eugenio Montale, poeta premio Nobel, ne fu custode dell’opera e delle memorie. Vicina a lui per sentire, esortava ad avvicinarsi alle prose scritte dall’illustre zio, del quale amava citare l’auspicio alla “decenza quotidiana”, cifra della sua vita e delle sue opere. Intelligente e ironica, ha voluto intitolare l’ultimo volume dedicato allo zio Una sciagurata coincidenza, riprendendo la risposta che Eugenio Montale suggeriva alla nipote nel caso le venisse chiesto se fosse parente di cotanto zio.
Sempre pronta e disponibile al confronto e alla collaborazione, non ha mai fatto mancare il suo sostegno a quanti si rivolgevano a lei, soprattutto giovani, qualunque fosse la loro estrazione o provenienza. Grande amante della natura e della montagna, ha scalato le vette più importanti delle Alpi, condividendo racconti e gioie, ma anche grande preoccupazione per i danni arrecati dal cambiamento climatico.
Nell’occasione l’Associazione nazionale Veterani e Reduci Garibaldini la ricorda con stima ed affetto, nel nome dei comuni ideali.

Raffaella Ponte