Sotto la lapide del palazzo Bartolommei, in via Lambertesca. Da sinistra: Livio Ghelli, Paola Fioretti, Sergio Casprini, il presidente del Consiglio comunale Luca Milani, Rossella Fioretti, Adalberto Scarlino, Giovanna Lori, Alessandra Campagnano.

FIRENZE

26 febbraio – Le attuali condizioni di forzato isolamento, ci hanno insegnato a sfruttare le nuove tecnologie comunicative, per continuare ad operare in una pseudo normalità. È così che sono nate molte iniziative online per mantenere vivi gli interessi storici e culturali e far sentire meno quel senso di pesante separazione fra le persone. In quest’ottica si è tenuta il 26 febbraio scorso, la presentazione online del libro Giuseppe Guerzoni. La vita e l’opera letteraria, pubblicazione fortemente voluta dalla nostra socia Maria D’Arconte, presidente dell’Associazione Culturale “Faro Tricolore” di Desenzano sul Garda. L’incontro a distanza è stato organizzato dal Coordinamento Nazionale delle Associazioni Risorgimentali “Ferruccio”.
Ha introdotto e coordinato Alessandra Campagnano, con gli interventi di Angela Maria Alberton – Istituto del Risorgimento, comitato di Padova, e Fabio Bertini del Coordinamento “Ferruccio”.
La D’Arconte ha delineato efficacemente la figura di Guerzoni, garibaldino e uomo di lettere, vicino a Garibaldi in varie occasioni, ma di cui non si è praticamente mai approfondito la vita e le opere. A rimediare a ciò ha provveduto la ristampa di quest’opera scritta da Angela Luisa Bianchi nel lontano 1928 e mai più ripresa. Purtroppo dell’autrice si conosce ben poco, a parte il proprio ottimo livello di ricercatrice storica, forse perché all’epoca le donne non erano ancora pienamente ammesse nel mondo cattedratico del sapere, appannaggio rimasto a lungo maschile.
Ai vari interventi, si sono alternate anche alcune letture del testo, fatte da Marta Visconti, dando un quadro più completo e stimolante del libro presentato.
Un plauso alla dedizione ed all’amore verso il nostro Risorgimento, va tributato alla “resilienza” dei nostri soci ed amici che anche attraverso queste nuove modalità, continuano a far conoscere il nostro passato, base sicura anche per affrontare questo difficile momento storico di pandemia.

25 Aprile – Una festa della Liberazione fuori dagli schemi, quest’anno. Ho approfittato per fare un personale “tour” della città alla riscoperta dei luoghi che ancora testimoniassero quel tempo. Ho percorso strade dove la ferocia fascista ha sparato, uccidendolo, un partigiano che in clandestinità lavorava per un paese più giusto. Ho ritrovato i muri scalfiti e bucati dai colpi di scontri fra tedeschi e partigiani in lotta per riprendersi un quartiere. Inferriate spezzate e divelte dalle sventagliate…
Non c’è più molto in città che porti ancora il tangibile segno del passaggio della guerra, ma può bastare a farsi un’idea di cosa debba aver passato la gente di allora, quando si era costretti a lunghe file per pochi generi alimentari da avere con le tessere annonarie. Ed il confronto con questi giorni, quando la gente si ritiene autorizzata a non tenere le dovute precauzioni, perché stanca di mantenere semplici regole, che possono fare la differenza fra la vita ed una brutta fine…
I nostri genitori o nonni, che i giorni della liberazione li hanno vissuti, non si facevano prendere dalle crisi di nervi, anche se consapevoli di aver paura, agivano e vivevano da persone mature in contesti estremi. Quel che oggi si trova sempre meno. Allora un giro della città che ricordi quei tempi forse andrebbe fatto fare seriamente.

27 Aprile – Anche quest’anno, in forma ridotta ed essenziale, causa pandemia, si è voluto ricordare, in occasione della ricorrenza della pacifica rivoluzione toscana del 27 aprile 1859, la figura del patriota Ferdinando Bartolommei, uno dei protagonisti cittadini della trasformazione della Toscana da stato filo-austriaco a regione del nuovo regno d’Italia, nonché primo Gonfaloniere di Firenze post Lorena. La semplice cerimonia con deposizione di una corona d’alloro alla targa che lo ricorda, nel palazzo di famiglia, è stata organizzata dal Comitato Fiorentino per il Risorgimento, presente il presidente del consiglio comunale Milani, ed una delegazione della sezione fiorentina ANVRG. Seppur brevemente e distanziati, gli intervenuti hanno ricordato l’impegno e la fermezza d’ideali di un politico che in varie circostanze ha rappresentato un sicuro riferimento alle incertezze di quei momenti di radicale trasformazione. Anche il suo spessore umano è stato ricordato con l’aneddoto che lo ha visto silente protagonista nell’aiutare, ospitando e proteggendo, la figlia di Felice Orsini, dopo i noti fatti delle bombe contro Napoleone III. Bartolommei era un liberale convinto, ben lontano dagli estremismi dell’opposizione, ma questo non gl’impedì di agire con spirito di grande generosità. (Paola Fioretti)FIRENZE