Storia della Croce Rossa in Toscana dalla nascita al 1914, Vol. I, Studi, a cura di F. Bertini, C. Cipolla, P. Vanni, Franco Angeli, Milano, 2016, pp. 783, € 45

La Toscana è una terra dove la tradizione del volontariato è radicata da secoli e rappresenta perciò una consuetudine che fa parte della cultura locale. Il volume in analisi costituisce il frutto dell’intenso lavoro di studiosi di eterogenea estrazione, sulla storia dei comitati toscani appartenenti alla più famosa organizzazione umanitaria del mondo, la Croce Rossa. Alla base della nascita di questa istituzione su scala mondiale, vi furono: la drammatica inefficienza dimostrata dalla sanità militare durante la seconda guerra di Indipendenza italiana, l’opera di “supplenza” compiuta dal popolo lombardo tutto, la capacità di Dunant di comprendere questo sforzo umanitario titanico, una cultura giuridica che stava finalmente creando i fondamenti della tutela legislativa delle vittime della guerra e infine un clima culturale europeo in cui l’idea di progresso in tutti i campi stava prendendo piede.

Nella prima parte del volume si ricostruisce la storia di tutti gli attuali Comitati provinciali della regione, che nella geografia istituzionale della CRI fra il 1885 e il 1914 costituiva l’VIII Circoscrizione territoriale. La storia globale di quest’ultima è attentamente analizzata da Fabio Bertini nel suo contributo, con cui si apre l’opera, mentre la sua chiusura consiste in un capitolo collettaneo dedicato ai profili biografici di alcuni fra i più prestigiosi protagonisti della via del Comitato fiorentino, uomini e donne che raccolsero l’opera di Guido Corsini e la consolidarono. Nella seconda parte del volume si analizzano invece tematiche specifiche della storia della Croce Rossa nella regione, senza distinzioni di carattere geografico: le connessioni fra l’associazione e la massoneria, il movimento democratico e le varie realtà del volontariato; il ruolo delle donne e dei militi; i rapporti con la stampa e con la prestigiosa istituzione medica dell’Arcispedale di Santa Maria Nuova; la figura di Corsini e il ruolo avuto da Firenze in un evento epocale per la storia dell’Associazione dal punto di vista medico e propagandistico, ossia il viaggio inaugurale del suo primo treno-ospedale.

Negli anni in cui Henry Dunant scriveva Un souvenir de Solferino, a Firenze vi era particolare attenzione alle vicende europee e mondiali. Guido Corsini, allora segretario del Comune, cominciò con lui un corrispondenza per promuovere la costituzione di un Comitato della Croce Rossa. Il 6 maggio 1866 si svolge la prima riunione ufficiale del Comitato fiorentino, uno dei primi in Italia dopo quello di Milano, col nome di Comitato Fiorentino per il Soccorso ai Feriti in guerra. A sancire la sua nascita vi fu una sapiente alchimia tra elementi eterogenei per nascita, cultura e idee politiche, ma uniti dal comune scopo al tempo stesso umanitario e patriottico. La sua spinta propulsiva fu tale che arrivò a mettere in discussione il primato del Comitato di Milano. Il primo comitato fiorentino andò in crisi per lo spostamento della Capitale da Firenze a Roma; rinacque intorno agli anni ‘80 con una massiccia presenza della componente nobiliare rispetto a quella borghese, tuttavia quest’ultima continuò ad essere uno dei tratti peculiari della CRI toscana, cosi come lo fu la partecipazione femminile, sempre costante ed entusiastica. Oltre al sentimento umanitario e il patriottismo, sulle donne agì anche il desiderio di emanciparsi da una condizione di inferiorità giuridica, sociale e politica. Ciò accadeva in un contesto che dopo l’Unità aveva visto a Firenze un deciso sviluppo di Società di Mutuo Soccorso, Fratellanze Militari, Logge, associazioni professionali e di volontariato caratterizzate da una forte componente medica e borghese. Pur avendo connotazioni politiche diverse, tutte condividevano il rispetto per il retaggio risorgimentale e per l’idea della patria unita ed indipendente, nonché un’avversione più o meno marcata verso il cattolicesimo intransigente. Chi vi aderiva sentiva il dovere di estrinsecare gli ideali di fratellanza tra gli uomini in iniziative moderne, finalizzate ad alleviare le vecchie e nuove forme di povertà.

Di Alessio Pizziconi